Visualizzazione post con etichetta borbone. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta borbone. Mostra tutti i post

martedì 13 settembre 2016

Fenestrelle: Campo di Sterminio, una mostruosità

perché insistono sull'aspetto naturalistico e turistico di Fenestrelle?
E non menzionano affatto le atrocità e i crimini commessi in questo terribile luogo di morte?Anche Auschwitz e Guantanamo potrebbero essere propagandati sotto l'aspetto naturalistico e turistico. Ma questo non viene fatto, perché questi due pesi e due misure?
Non lasciatevi incantare dalle belle immagini riprese dall'alto, non lasciatevi influenzare dalla loro mistificazione. Fenestrelle era e resta anche un grande campo di sterminio. Fenestrelle era e resta anche un luogo di morte. Fenestrelle era e resta un inferno per l'umanità. La loro propaganda, fatta con queste belle immagini, li farà ancora cuocere nel brodo della menzogna. Fenestrelle, un campo di sterminio, un luogo di atrocità, di massacri, che vorrebbero ancora restare nascosti e impuniti. Fenestrelle, il campo di sterminio più grande del mondo, che ci crediate o no. Qua, e in altri analoghi campi di sterminio, furono annientati i soldati Duosiciliani che rimasero fedeli al patto di fedeltà giurato al loro popolo e alla loro vera Patria, il Regno delle due Sicilie. Fenestrelle è il simbolo della Vergogna e della menzogna di uno Stato massonico, spacciato per italiano, ma che è il più acerrimo nemico di quel Popolo italiano che dice di rappresentare.
FENESTRELLE: ...che siano commemorati, in questo luogo di morte, tutti gli Italiani che furono ammazzati nel nome di una falsa e ipocrita unità d'Italia. Qua regna la morte, qua in questo campo di sterminio c'è ancora la Barbarie. Qua vivono ancora impunite la ferocia, la crudeltà e l'infamia massonica. Qua la menzogna non viene smascherata ma amplificata e fatta passare per verità.
La spettacolarità delle immagini non cancella i crimini che furono commessi in questo luogo di terrore e di sterminio, altro che Auschwitz, altro che Guantanamo. I corpi dei trucidati venivano sciolti nella calce viva, affinché non restasse traccia dei delitti commessi. Fenestrelle è la vergogna e il disonore di quei criminali massonici cosmopoliti che massacrando tantissimi Italiani, e mettendo a ferro e fuoco tutta l'Italia, costruirono su di essa il loro Stato, nel 1861.
come disse giustamente proprio il massone Edmondo De Amicis: Fenestrelle
"una sorta di gradinata titanica, come una cascata enorme di muraglie a scaglioni, un ammasso gigantesco e triste di costruzioni, che offre non so che aspetto misto di sacro e di barbarico, come una necropoli guerresca o una rocca mostruosa, innalzata per arrestare un'invasione di popoli, o per contener col terrore milioni di ribelli"...
Campo di sterminio di Fenestrelle: una mostruosità, che non deve e non può essere dimenticata.

(salvatore brosal – du. ma)


VIDEO: Fenestrelle Campo di Sterminio




martedì 24 maggio 2016

Il coraggio di un uomo libero: Giuseppe Povia contro il sistema

Povia, un cantautore senza paura: da Luca era gay alla canzone denuncia sul massone Garibaldi


il cantautore Giuseppe Povia
Povia, dopo aver composto la canzone “Luca era gay”, si guadagnò l'appellativo di "omofobo" dalla lobby LGTBI, solo per aver cantato la storia di una persona che cambia e supera la sua attrazione per lo stesso sesso. E ora lancia Al Sud, una canzone, che è un omaggio al Regno cattolico delle Due Sicilie e alla Storia dimenticata del Sud Italia, che una volta era prospero e potente, mentre ora povero e assistito. Inoltre fa il nome di un uomo, che la storia ufficiale presenta come intoccabile: Giuseppe Garibaldi (1807-1882), massone anticlericale, uno dei principali artefici dell'unità d'Italia e della distruzione del Meridione e dello Stato Pontificio. E Povia, appunto, canta la Storia di questo Meridione.  

sempre anticonformista
Povia è nato a Milano nel 1972 (anche se è originario della Puglia), e già dai suoi primi passi nella carriera musicale cerca di portare nelle sue canzoni impegno e autenticità, senza perdita di poesia, da un lato, e commercialità dall'altro. Nel 2003, per esempio, ha vinto la quattordicesima edizione del premio del Comune di Recanati (oggi Premio Musicultura) con la canzone “mia sorella”, trattando temi come l'anoressia e la bulimia, ricevendo elogi da alcuni dei più grandi poeti italiani del momento come Alda Merini, Fernanda Pivano e Dacia Maraini.

21 maggio 2016 grande successo di Povia a Santa Rita di Montalto. Il cantautore, col suo concerto, ha entusiasmato una folla immensa
Nel 2005 Povia ha partecipato, fuori concorso, al Festival di Sanremo con la canzone “I bambini fanno Ooh” che rimase per 20 settimane in cima alle classifiche, vendendo più di 210.000 copie. La canzone è stata tradotta in spagnolo, e ha ricevuto dalla Sony un riconoscimento come il soggetto musicale più scaricato sui telefoni cellulari (mezzo milione di download). E' stato adottato anche come tema di Rai International per una campagna a sostegno dei minori, vittime della pulizia etnica nel Darfur ( Sudan). Nel 2006 ha vinto la 56esima edizione del Festival di San Remo con “Vorrei Avere Il Becco”. Nel 2007 si è esibito al Family Day di Roma contro l'approvazione delle unioni di fatto. Nel 2009 si è classificato secondo nella 59 ° edizione di Sanremo con una canzone giudicata trasgressiva da una parte della politica: Luca era gay, che è diventata un inno di speranza per le persone che cambiano attrazione per lo stesso sesso. Chi non si trova bene in una determinata condizione, ha il diritto e l'obbligo di cercare di trovare una strada per stare meglio, o almeno provarci.

Nel 2011 Povia ha pubblicato un CD dedicato ai bambini. A partire dal 2012 ha cominciato a fare un Tour con lo slogan Siamo italiani. Nel 2013 ha lanciato un progetto nelle scuole e nelle università che lo ha portato a contatto con seimila giovani a trattare i temi sociali delle sue canzoni …

Un re cattolico che non ha tradito il Papa

Francesco II di Borbone con la sua consorte Maria Sofia di Baviera
E proprio con la canzone al Sud, che il cantautore pone senza mezzi termini i danni che l'Unità d'Italia ha procurato al Meridione, eliminando le strutture politiche del cattolicissimo Regno delle Due Sicilie. Qualcosa che è stato fatto con un obiettivo preciso come affermato dallo storico Maurizio Di Giovine, "il processo di unificazione politica della penisola italiana è il risultato di un grande intrigo internazionale guidato da Inghilterra, il cui obiettivo finale era quello di distruggere i regni cattolici per isolare il papato e infine distruggere il primato della Chiesa ". Il Regno di Napoli (o Due Sicilie) era il principale ostacolo.

Nella canzone, Povia ripete il nome di Garibaldi, un massone responsabile della rapina effettuata al Sud tramite l'unità d'Italia; esalta invece la carità e l'amore del re Francesco II e della sua consorte Maria Sofia di Baviera, che curarono i loro soldati, e anche i nemici feriti, durante la guerra di aggressione. Francesco rifiutò come sacrilega la proposta di dividersi lo Stato Pontificio, fatta dal conte Camillo Cavour (1810-1861), che viene considerato un padre dell'unità d'Italia insieme agli atei e anti cattolici Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini (1805-1872). Con l'unità d'Italia tutti i cittadini dell'ex Regno delle due Sicilie furono condannati ad una emigrazione forzata.

Santa Rita di Montalto, 21 maggio 2016, il cantautore Povia a fine spettacolo con tre membri del comitato 
Il recupero della verità storica
Nel Sud Italia è molto viva la memoria del cattolico “Regno delle Due Sicilie”, e c'è anche un forte risveglio della memoria. Povia si è avvicinato negli ultimi anni al movimento neo-borbonico. Il 23 aprile scorso un nutrito gruppo di persone ha sfidato pioggia e vento e si è riunito ad Anagni (Frosinone), basso Lazio, per il concerto in cui Povia presentò il suo nuovo album “Nuovo Contrordine Mondiale”. All'avvenimento era presente anche il professor Gennaro de Crescenzo, presidente dei “neoborbonici”, che Povia ringraziò sventolando le bandiere delle due Sicilie. Come comunica l'Agenzia Faro, Povia è consapevole del fatto che tutti questi impegni pubblici hanno un costo enorme in tempi e a volte sono anche asfissianti, ma accetta la sfida con disinvoltura. Egli stesso dice: "Sono sempre stato appassionato di questi problemi e quando ho capito di essere sulla strada giusta, mi sono reso conto che la mia carriera non sarebbe stata coronata dal successo. Una sciocchezza ragionevole, no? ».
salvatore brosal
POVIA - Al Sud  




Il Regno delle due Sicilie era il terzo stato più ricco al mondo, poi l'11 maggio 1860 un'orda barbarica scese dal Piemonte con a capo un ladro di cavalli e avanzo di galera di nome Giuseppe Garibaldi... e fu il buio totale. 


lunedì 11 maggio 2015

11 maggio 1860: inizia lo sterminio del Popolo Duosiciliano

Genocidio del Popolo Duosiciliano: non furono risparmiati
neppure i bambini
11 Maggio 1860 – Mille avanzi di galera sbarcarono a Marsala.
Non erano mille, erano 702. Violenti malfamati, protetti militarmente dagli Inglesi e finanziati dalla massoneria mondiale ebraica, che ancora oggi finanzia terroristi, tagliatori di teste e cannibali dell'Isis e di Al Qaeda!
Quegli avventurieri di allora avevano a capo un Criminale di nome Giuseppe Garibaldi, ladro di cavalli, a cui avevano mozzato le orecchie in Argentina perché beccato in flagranza di reato.
Un'orda barbarica, dunque, scese dal Piemonte. "Parlavano una strana lingua e bestemmiavano in continuazione! Donne stuprate, uomini e bambini uccisi e trucidati! Interi paesi bruciati e rasi al suolo!
Ogni ricchezza venne saccheggiata..." i crimini commessi da detta legione straniera dei massonici ebraici rothschildiani avventurieri provenienti dal Piemonte, dalla Lombardia, ma anche dall'Inghilterra, Francia, Ungheria, Polonia, Stati Uniti, Canada e perfino Turchia, contro il popolo meridionale, sono INENARRABILI: e furono talmente EFFERATI che ancora oggi vengono taciuti.
Altro che fratelli d'Itaglia!... Fisicamente e moralmente non siamo nemmeno parenti alla lontana con simili canaglie. Quante menzogne, quanti massacri... e quanto sangue e quante lacrime hanno versato i nostri padri, le nostre madri ed i nostri antenati, e quante ne stiamo ancora versando ancora oggi per questa "Italia" falsa, bugiarda e criminale, che è completamente all'opposto della vera nostra Italia.
Tu che conosci la verità sei pregato di divulgarla, e di farla conoscere a tutti. Cerca le verità sepolte e riportale alla luce e falle rivivere nella mente e nel cuore tuo e di tutti i tuoi cari. Divulgale a chi le ignora. Il Regno delle due Sicilie era il terzo Stato più ricco ed avanzato al mondo.
L'Unità massonica ebraica rothschildiana d'Italia distrusse la vera e migliore Italianità ed il buon rapporto fra tutti gli stessi Italiani di buona volontà.
Prima dell'Unità da noi ci si cibava di Bellezza fra arte e cultura in quei palazzi, che erano i più belli d'Europa.
Francesco II di Borbone profetizzò che non ci sarebbero rimasti neanche gli occhi per piangere. 
Infatti è e sarà così con questa maledetta falsa Unità, da ora e per le generazioni a venire.
Il Regno delle Due Sicilie e la Serenissima Repubblica di Venezia, distrutti nel 1861, insieme alla Sardegna. La Dalmazia e l'Istria distrutte alla fine del secondo conflitto mondiale, l'italianissima Corsica data in pasto alla ferocia degli aguzzini massonici ebraici rothschildiani francesi, Briga e Tenda e la Contea di Nizza cedute alla stessa Francia. L'isola di Malta assoggettata alla massoneria ebraica inglese. Tutto ciò dimostra che la classe dirigente massonica, ebraica rothschildiana, in Italia, come in Inghilterra, come in Francia e come in tutto il resto del mondo, allora come adesso e come sempre, ha seminato, semina e seminerà solo morte e desolazione. Fece, fa e farà sempre versare tanto sangue innocente per i suoi lerci e criminali interessi.
A suo tempo, l'Invasione armata distruttrice, la conquista militare violenta e lo sfruttamento coloniale e schiavistico portarono al disastro ed allo sterminio la buona parte del Popolo Duosiciliano:
Infatti, su quasi 7,5 milioni di abitanti di allora:
- Dal 1860 al 1875, quasi 50.000 giovani e forti, la meglio gioventù del Sud, militari del Regio Esercito del Regno delle Due Scicilie, furono sterminati non soltanto sui campi di battaglia, ma ancor più numerosi nei feroci campi di concentramento e sterminio come Fenestrelle, e tantissimi altri situati per lo più in Piemonte, ma sparsi anche per tutto il resto d'Italia!
- Inoltre, dal 1860 al 1980, nel giro di 20 anni, con la guerra al brigantaggio furono massacrati, passandoli per le armi e carcerandoli brutalmente più di 100.000 civili.
Complessivamente furono sterminate 1,2 milioni di persone, a causa di fame, freddo, malattie e persecuzioni causate soprattutto con:
La legge marziale, che spesso veniva proclamata per intere regioni, impediva alla gente di uscire anche solo per procurarsi da vivere e, o recarsi al lavoro fuori paese o anche solo fuori casa.
- La legge Pica, tirannica e sanguinaria, istigava ad uccidere anche per semplici sospetti, contadini, pastori, vecchi, donne e bambini, impedendo loro di recarsi liberamente a procurarsi da vivere lavorando nelle campagne o sulle montagne. Non si poteva più andare fuori casa portando armi, anche insignificanti, come coltelli da cucina per tagliare il pane, falci, tridenti ed altri arnesi simili da lavoro. Era vietato perfino portare con sé anche cibo. Chi veniva sorpreso con vivande al seguito, veniva fucilato senza processo, col pretesto che detto cibo fosse per i briganti. I boscaioli, ad esempio, non potevano usare neanche l'ascia per i loro soliti lavori
- La coscrizione militare obbligatoria aveva sottratto, al sostentamento delle famiglie, i giovani che erano indispensabili per i lavori di ogni genere nei campi e nelle officine, costringendoli a 5 e 10 anni di ferma nelle caserme, tenendoli semincarcerati o impegnati sul terreno nella barbara guerra senza fine contro i propri conterranei che si erano dati al brigantaggio. Tanti e tanti giovani del Sud furono fatti morire a decine di migliaia nelle varie guerre  irredentiste, imperialiste e coloniali in Italia e dappertutto nel resto del mondo.
- La criminale ed affamatrice "tassa sul macinato" aveva portato i prezzi delle granaglie e delle altre derrate alimentari più popolari, come il pane, a livelli proibitivi per la popolazione sempre più artificiosamente impoverita e ridotta in miseria ed alla fame vera e propria.
- Tutto l'oro e l'argento del Banco di Stato di Napoli e del Banco di Stato di Sicilia, per un valore di circa 450 milioni di ducati, fu confiscato, razziato senza rimborso, portato ed utilizzato solo per gli interessi dei boss massoni ebrei rothschildiani nel triangolo industriale di Torino, Milano-Genova, creato "ex novo" nel nord Italia, dove prima non c'era assolutamente nessunissima attività economica industriale avanzata
- Le industrie di stato minerarie, estrattive, siderurgiche e militari di Mongiana, Ferdinandea e Bivongi, le industrie di stato meccaniche e ferroviarie di Pietrarsa, i cantieri navali statali di Castellammare di Stabia, furono chiuse, smontate, rubate, razziate, portate via per essere rimontate più a Nord, specie a Terni, La Spezia, Genova, Torino, Milano, Brescia e Bergamo sempre nell'interesse dei pochissimi che se ne erano impossessati con la prepotenza e l'inganno.
- I beni della chiesa che ammontavano allora a circa due terzi di tutti i beni immobili del paese, furono confiscati e svenduti ad una borghesia avida e senza scrupoli, che a differenza della chiesa stessa che si accontentava al massimo di piccole decime, sfruttava invece i contadini ed i pastori fino al midollo, senza neanche dar loro la possibilità di avere di che mangiare per sé e per la propria famiglia.
- La maggior parte del popolo, che lavorava la terra, da proprietario divenne colono e schiavo, proletarizzato dal nuovo dittatoriale Stato, che si chiamava Regno d'Italia, ma che era, ed è ancora adesso, il principale nemico del Popolo Italiano, in particolare del Popolo dell'Italia del Sud.
- In sostanza di fronte a tanta miseria, a tante morti, a tante persecuzioni ed odiose angherie, la scelta che il nuovo e tirannico Stato massonico ebraico rothschildiano, in accordo criminale con la massoneria ebraica rothschildiana globale, diede al Popolo Duosiciliano solo questa scelta: "Brigante!... o... Emigrante!"... per cui...
- Dal 1860 fino al 1875 andarono via dalla nostra terra 4 milioni di persone.


- Dal 1860 fino al 1914 ne andarono via 18 milioni.

- Dal 1860 fino ai nostri giorni ne sono andate via 36 milioni, e stanno continuando ad essere costrette, da politiche volutamente antipopolari, ad emigrare ancora adesso a centinaia di migliaia ogni anno. Si tenga presente che la popolazione meridionale attuale ammonta a 35 milioni in Italia, di cui una parte notevole vive anche al nord. In conclusione, questa particolare Unità d'Italia, voluta nell'esclusivo e fazioso interesse di una classe dirigente massonica, ebraica, rothschildiana, criminale, usuraia, estorsiva, razzista, assassina e nemica del Popolo Italiano in generale e del Popolo Italiano Meridionale in particolare, è stata un vero e proprio crimine contro l'umanità, tale e quale come l'attuale Unione Europea che, guarda caso, viene portata avanti a presente proprio dalle stesse identiche forze massoniche, ebraiche rothschildiane del 1860 e di quasi tutti i periodi successivi che arrivano fino ai nostri giorni, con gli stessi metodi diabolici e le stesse caratteristiche criminali di ieri, di oggi e di sempre.

La lotta contro l'attuale dittatura e tirannia antipopolare massonica ebraica rothschildiana che adesso si spaccia per "europea", tale quale come una volta si spacciava per "italiana", è in realtà una lotta contro lo stesso nemico principale di sempre dei nostri antenati e di tutti i popoli d'Europa e del mondo intero, ad eccezione, ovviamente, dell'unico e solo "divino popolo eletto" del satanico Rothschild!
Vi è quindi un'importantissima ed essenziale continuità di identità culturale, sociale, etnica e storica tra la classe dirigente che oppresse e sterminò i nostri padri ed i nostri antenati dal 1860 in poi e quella classe dirigente attuale, contro cui dobbiamo fare i conti ancora adesso proprio noi, perché anche a presente, essa di nuovo vuole opprimere e sterminare non solo noi stessi ma anche i nostri figli, nipoti e pronipoti per tenere il mondo tutto per sé e per la propria "divina eletta progenie".
Questa cognizione, allora, della lotta senza tregua, che si è svolta e si svolge e si svolgerà sempre di generazione in generazione tra noi ed i nostri tradizionali talmudici e diabolici nemici principali di sempre, deve spingerci ad essere più preparati idealmente e materialmente per potere resistere e contrattaccare in maniera più adeguata contro il nemico principale di sempre, senza più commettere le ingenuità e gli errori dei nostri pur amatissimi padri ed antenati, onde potere finalmente vincere e ribaltare positivamente e completamente una volta per tutte, o per lo meno per un bel pezzo, la nostra situazione e quella del nostro popolo nel suo complesso.
(salvatore brosal - duccio mallamaci)
Angelina Romano, nata il 5 novembre 1853, morta fucilata il 3 gennaio del 1862 a Castellamare del Golfo, perché accusata di brigantaggio. Vittima innocente della repressione sabauda. Questo è quanto risulta dall'archivio storico militare. Questo e tanto altro ancora la "storia ufficiale" non ha mai raccontato. Angelina era una bambina siciliana, che camminava scalza per le vie del suo paese. Aveva un faccino bello e pulito. La sua vita fu interrotta perché così vollero i predoni di quell'orda barbarica, che scese dal Piemonte per devastare, massacrare, violentare, rapinare, distruggere...  







La bella Michelina De Cesare fu stuprata, seviziata, violentata dai piemontesi il 30 agosto 1868. Fu tanto impavida quanto bella, con il suo formidabile intuito riuscì più volte a prevenire attacchi ed imboscate dei piemontesi. Il 30 agosto 1868 la banda del Guerra fu massacrata e Michelina ne seguì la stessa sorte. Il suo corpo fu spogliato ed esposto nella piazza del paese suscitando ire, risentimenti e scandalo. Dopo la sconfitta della squadra di cui faceva parte, Michelina De Cesare fu catturata dai piemontesi e sottoposta a tortura. Morta a causa delle atroci sevizie subite, fu spogliata ed esposta nella piazza del paese come monito alle popolazioni “liberate”. Ma l’effetto sulla gente inorridita dall’efferata vendetta fu opposto a quanto sperato dalle truppe d’occupazione: infatti l’accaduto generò nuovi risentimenti che rivitalizzarono l’affievolita reazione armata antiunitaria. Michelina De Cesare nacque a Caspoli, frazione del comune di Mignano, il 28 ottobre 1841.  



Ninco Nanco, all'anagrafe Giuseppe Nicola Summa, nacque ad Avigliano 12 aprile 1833, fu ammazzato a tradimento dai piemontesi a Frusci il 13 marzo 1864. Dopo essere stato ammazzato fu anche sadicamente fotografato.  





Le reali Ferriere ed Officine di Mongiana (Calabria) furono distrutte dal nuovo Stato unitario - Regno d'Italia - nel 1861. - Le industrie di stato minerarie, estrattive, siderurgiche e militari di Mongiana, Ferdinandea e Bivongi, le industrie di stato meccaniche e ferroviarie di Pietrarsa, i cantieri navali statali di Castellammare di Stabia, furono chiuse, smontate, rubate, razziate, portate via per essere rimontate più a Nord, specie a Terni, La Spezia, Genova, Torino, Milano, Brescia e Bergamo sempre nell'interesse dei pochissimi che se ne erano impossessati con la prepotenza e l'inganno.

mercoledì 23 luglio 2014

Fenestrelle, camp d'extermination - (le témoignage d'une citoyenne française) Fenestrelle, campo di sterminio - (la testimonianza di una cittadina francese)

le témoignage d'une citoyenne française juillet 2014  -   la testimonianza di una cittadina francese luglio 2014

Fenestrelle, camp d'extermination

Il y a des endroits que l'on n'aimerait jamais avoir à visiter. Des endroits synonymes de barbarie, témoignage d'un passé que l'on ne saurait oublier, Fenestrelle fait partie de ces endroits. 

J'ai visité ce camp pour essayer de comprendre l'incompréhensible, pour essayer d'imaginer l'inimaginable...

En marchant, sur les traces de ces pauvres prisonniers, j'étais consternée de réaliser à quel point mon espèce peut être cruelle et sadique... Cela amène à la conscience que l'homme peut devenir bourreau, que personne n'est à l'abri de devenir un monstre un jour. J'ai simplement le sentiment que je n'oublierai jamais, ce lieu de souffrance et d'injustice...
(c.m.)

Campo di sterminio di Fenestrelle in provincia di Torino
traduzione italiana

Fenestrelle, campo di sterminio - (la testimonianza di una cittadina francese)
Ci sono luoghi che ci piacerebbe non dovere visitare mai. Luoghi sinonimi di barbarie, la testimonianza provata di un passato che non può essere dimenticato. Fenestrelle fa parte di questi luoghi. Ho visitato questo campo per cercare di comprendere l'incomprensibile, per cercare di immaginare l'inimmaginabile ...

Camminando sulle orme di questi poveri prigionieri, rimasi sbigottita di rendermi conto di quanto la mia specie può essere crudele e sadica ... 

Questo porta alla consapevolezza che l'uomo può diventare carnefice, che nessuno è immune dal diventare un mostro, un giorno. Sento solo che non potrò mai dimenticare questo luogo di sofferenza e di ingiustizia ...

(coralie.m.)

giovedì 12 settembre 2013

Fenestrelle, un Paradiso della Natura?

Tutti coloro che propagandano questa cosa si contraddicono in modo plateale, in termini pacchiani e stridenti, che danno la misura di quanto non capiscano la situazione, di quanto non sappiano quel che dicono e di quanto siano in mala fede.


Campo di Sterminio di Fenestrelle in provincia di Torino
Ma quando mai una fortezza è un'opera della natura ?
Ma quando mai un campo di sterminio come Fenestrelle in cui i corpi dei prigionieri venivano sciolti nella calce viva è un'opera della natura?
Forse una volta!.... Quando il luogo era selvaggio, ed il territorio era vergine e la montagna incontaminata, prima dell'impianto artificioso della immensa opera guerresca della fortezza, allora, forse, era un paradiso della natura.
Ovvero prima che fosse stuprato, come dice giustamente Edmondo De Amicis, da
"una sorta di gradinata titanica, come una cascata enorme di muraglie a scaglioni, un ammasso gigantesco e triste di costruzioni, che offre non so che aspetto misto di sacro e di barbarico, come una necropoli guerresca o una rocca mostruosa, innalzata per arrestare un'invasione di popoli, o per contener col terrore milioni di ribelli"...
Edmondo De Amicis, scrittore e pedagogo italiano
Ma poi, oltretutto, con la fortezza declassata a prigione di punizione politica e militare, e poi ancora degenerata ulteriormente a campo di prigionia di punizione e di sterminio proprio per i prigionieri delle guerre del 1860-1870, con ceppi e catene, maltrattamenti, etc...
Condizioni tremende che non mi sembra proprio che ci fossero:
- nel campo di prigionia di Auschwitz dei nazisti del 1945, dove Primo Levi e tanti altri sopravvissero, e neanche
- nella fortezza prigione dello Spielberg degli Austriaci, nel 1823, dove, le condizioni erano molto meno peggio che a Fenestrelle, e di tutti i prigionieri, non ne morì nessuno. Tra l'altro, il libro "Le mie Prigioni", per il quale il rothschildiano Conte Silvio Pellico di Saluzzo, ha ancora intitolate migliaia di scuole e di strade in tutta Italia, la fa lunghissima sulla prigione dello Spielberg in cui era imprigionato con altri pochi agenti rothschildiani di cui non ne morì nessuno!
Ma per più di 150 anni, ed ancora adesso, su questo libro del suo Silvio Pellico, il Potere Rothschildiano in Italia che ancora oggi più che mai opprime, sfrutta, asservisce, schiavizza e cannibalizza il Popolo Italiano, ha condizionato ideologicamente e politicamente, e fatto piangere ben sei generazioni di scolari e studenti in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, di tutto questo ipocrita e criminale Stato Coloniale Rothschildiano.
Viceversa, il medesimo potere rothschildiano in Italia, per gli innumerevoli Italiani, patrioti, martiri ed eroi sterminati di Fenestrelle ed in tanti altri campi di sterminio sparsi per l'Italia, ancora adesso dopo più di 150 anni, non tollera e fa barbaramente spaccare e distruggere perfino una unica, piccola e modesta lapide ricordo!

Lapide posta a memoria dei soldati borbonici sterminati a Fenestrelle distrutta da mani sacrileghe
Eppure, proprio allora, nel 1860 -1870, sì che Fenestrelle fu fatto diventare dal potere rothschildiano in Italia un vero e proprio inferno dell'umanità, in cui tante persone, malvestite, malnutrite, in ceppi e catene, in stanze senza vetri alle finestre, in alta montagna, d'inverno a 20, ed anche 30 gradi sotto zero che fine poteva fare se non molto peggiore di Silvio Pellico, di Pietro Maroncelli o di Primo Levi, come in effetti fu?
Per cui, ben a ragione, purtroppo, possiamo dire e contrapporre a tutti questi discutibilissimi apologèti attuali del potere rothschildiano in Italia, di cui essi ancora oggi sono di fatto al servizio facendosene complici e difensori d'ufficio, che, sicuramente dal 1860 al 1870, ma molto probabilmente anche prima e dopo di quel periodo, proprio il loro tanto amato e riverito Potere Rothschildiano fece diventare Fenestrelle un inferno dell'umanità. (s. brosal)



 Video:
Fenestrelle un inferno per l'umanità - un campo di terrore
                           

                             


    

sabato 7 settembre 2013

Fenestrelle: Simbolo e Vanto per Torino e provincia, Vergogna e Campo di Sterminio per il resto d'Italia

Fenestrelle:
" una rocca mostruosa, innalzata per arrestare un'invasione di popoli, o per contener col terrore milioni di ribelli." (Edmondo De Amicis)

Edmondo De Amicis, scrittore e pedagogo italiano
Perché mai quel romanziere di De Amicis, il famigerato autore del libro "Cuore", "capolavoro" strappalacrime risorgimentale ad uso pedagogico ed "edificante" dello spirito patriottico dei fanciulli della nuova Italia Massonica e Rothschildiana nata nel 1861, e che nel 1865 era stato in servizio militare come ufficiale proprio in Calabria, dove vide interi paesi ribellarsi ed essere repressi militarmente, e che da civile viveva ed operava proprio a Torino, dice appunto di Fenestrelle:
una sorta di gradinata titanica, come una cascata enorme di muraglie a scaglioni, un ammasso gigantesco e triste di costruzioni, che offre non so che aspetto misto di sacro e di barbarico, come una necropoli guerresca o una rocca mostruosa, innalzata per arrestare un'invasione di popoli, o per contener col terrore milioni di ribelli”.
E perché mai il sito ufficiale della provincia di Torino per Fenestrelle si fregiava ancora fino a qualche anno fa proprio di quelle fosche ed infernali visioni e di quelle pesantissime parole del campione intellettuale risorgimentale De Amicis ?
Naturalmente i vari Alessandro Barbero (sedicente storico), Yuri Bossuto (consigliere regionale Piemonte del partito comunista) e tutti quelli come loro, certo prontissimi a mettere la mano sul fuoco per difendere la veridicità dei racconti scritti da De Amicis nel suo "Cuore", è molto probabile che a proposito di Fenestrelle sarebbero prontissimi a scrivere che le sue erano solo... fantasie e licenze poetiche!
Il fatto è che De Amicis con le sue parole, non fantasticava affatto a vanvera, ma riassumeva sinteticamente nient'altro che la sostanza bruta di quello che le classi dirigenti sabaudo massoniche rothschildiane del 1861 e dintorni volevano ottenere, ed ottennero, in tutti i modi come effetto sulla mente delle masse popolari da loro dominate sia a sud, che a nord!
E in effetti ci riuscirono: perché ancor oggi:
- tra le masse del sud, tante e tante generazioni di contadini che fecero il servizio militare e tutte le guerre di questi 150 e più anni, seppero e, tramite loro, tutti nelle famiglie e nei paesi conservano nella memoria, ed in certi modi di dire, il detto che la Fortezza di Fenestrelle era un famigerato e terribile "luogo di punizione militare" come la Fortezza di Gaeta e molto peggio della Fortezza di Gaeta.
- ed anche tra le masse del nord, specie in Piemonte, non solo nelle famiglie e nei paesi, ma perfino "i bocia dei bocia dei vicevacché" delle grange e delle baite più sperdute delle Alpi piemontesi, aostane e liguri, tramite gli anziani, che per generazioni e generazioni avevano fatto il servizio militare e tutte le guerre di secoli e secoli appresso ai Savoia, seppero, sapevano e conservano ancora nella memoria e nei modi dire, il detto che la Fortezza di Fenestrelle era il più famigerato e tremendo "luogo di punizione militare" del mondo.

Campo di sterminio di Fenestrelle, Val Chisone, provincia di Torino
I vari Barbero e Bossuto e altri come loro, con tutte le loro opinabili, parziali e discutibilissime documentazioni tratte dai loro faziosissimi archivi, riveduti, corretti e corrotti perché censuratissimi, ricensuratissimi e purgatissimi per più di 150 anni, e con la loro spudorata, sfrontata ed arrogante retorica e prosopopea dei loro libri di "professori universitari" e di "consiglieri regionali", nel parlare bene di Fenestrelle e di chi parla bene di Fenestrelle, e nel parlar male di chi parla male di Fenestrelle, di fronte agli enormi e sterminati ed incontrollabili archivi della memoria endemica delle masse popolari del sud e del... nord di tutta Italia, ed anche di altrove nel mondo, stanno facendo una ridicola, penosa e controproducente opera del tipo di quella dei bambini che cercano di fermare il vento con le mani !
E quindi rivolgendoci, non certo a certi metaforici palloni gonfiati di aria calda che ascendono visibilissimi e coloratissimi nell'artificioso cielo mediatico dei soliti mass media, del solito main stream e non main stream del solito monopolio informativo locale e globale dei Rothschild, ma rivolgendoci invece al 99 % della gente, e specialmente al popolo minuto come noi, e soprattutto ancora rivolgendoci a tutte le persone di buona volontà del sud e o del nord d'Italia o di dovunque e di qualsiasi classe sociale nel mondo che amano la verità, noi diciamo che è inutile ed anzi che è da idioti, è da ignoranti e da persone malvage ed in mala fede cercare di nascondere che Fenestrelle e non solo Fenestrelle, ma anche tanti altri luoghi in Italia, nel 1860-1870 ed anche prima e dopo, furono dei campi di punizione e di sterminio dei vinti e specialmente dei ribelli, con i quali i vincitori avevano la necessità barbarica di "far paura al nemico con ogni mezzo", proprio allo stesso modo di come oggigiorno i terroristi takfiri, wahabiti, qaedisti ed altri in Siria che si esibiscono in foto e video mentre mangiano bestialmente il cuore dei nemici, mentre tagliano loro la testa, mentre assassinano a sangue freddo i prigionieri, etc.
Ormai questo è agli atti nella memoria e nella mente di decine e decine di milioni di persone da generazioni e generazioni da più di un secolo e mezzo, dappertutto in Italia ed anche nel resto del mondo.
Pertanto la cosa migliore, non è schierarsi con Barbero, Bossuto ed altri dalla parte luciferina di "colui che sempre nega"!... Ma la cosa migliore è riconoscere il malfatto, pentirsene, fare concreta e giusta ammenda e proprio su questo piano razionale e ragionevole cercare di costruire una vera unità nazionale nell'interesse vero di tutto il Popolo Italiano, e non soltanto nell'interesse di chi per più 150 anni ed ancora adesso in Italia è più che mai subalterno e legatissimo mani e piedi al carro degli interessi antitaliani, antipopolari e guerrafondai di ... Rothschild!...

Video: 

 

(brigas-d.m.)


domenica 13 gennaio 2013

La celebre interpellanza parlamentare dell'on. Angelo Manna - Resoconto stenografico 597 - seduta di lunedì 4 marzo 1991 - Presidenza del Vicepresidente Adolfo SARTI

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Interpellanza e interrogazioni.
Cominciamo dalla seguente interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della Difesa, per sapere - constatato che vige tuttora il più ostinato e pavido top secret di fatto su quasi tutti i documenti comprovanti gli intenzionali bestiali crimini perpetrati dalla soldataglia piemontese ai danni delle popolazioni, per lo più inermi, delle "usurpate province meridionali" dal tempo della camorristica conquista di Napoli a quello della cosiddetta "breccia di Porta Pia" (praticata dai papalini dal di dentro delle mura leonine?..): top secret voluto, evidentemente, dai grandi custodi di quell'epoca di scelleratezze e di razzie che prese il nome di "Risorgimento italiano" e della quale il sud paga sempre più a caro prezzo le conseguenze; considerato altresì che nell'assoggettato ex reame libero e indipendente va assumendo, finalmente, sempre più vaste proporzioni quel processo di revisione e di demistificazione della storia scritta dai vincitori (tuttora ufficiale!) che dovrà fornire le motivazioni di fondo e lo stimolo alle future immancabili rivendicazioni politiche delle colonizzate regioni -: quando vorrà degnarsi di consentire il libero accesso agli archivi dello stato maggiore dell'esercito italiano che nascondono tuttora, in almeno duemila grossi volumi, documenti fondamentali di natura non già soltanto militare (ordini, dispacci, rapporti relativi a movimenti di truppa e ad esiti di combattimenti, di imboscate e di raid repressivi e briganteschi), ma anche e soprattutto di natura squisitamente politica: istruzioni riservate e anche cifrate del governo subalpino a profittatori, luogotenenti, prefetti, ufficiali superiori, sindaci, comandanti di guardie nazionali; verbali di interrogatori eseguiti nelle carceri, nelle caserme, presso le sedi municipali dagli aguzzini in uniforme che si coprono di disonore nell'infame periodo delle leggi marziali e delle sbrigative esecuzioni capitali; soffiate di spie e informazioni di agenti segreti ai militari, distinte di requisizioni e di espropri illegittimi con l'indicazione delle vittime; elenchi dettagliati dei preziosi, dei contanti e degli oggetti d'arte o sacri razziati nelle case, nei banchi pubblici, nei palazzi reali e nelle chiese; concessioni, infine, di premi, cattedre universitarie o liceali, sussidi una tantum o vitalizi a rinnegati, prostitute, delinquenti comuni (camorristi) e profittatori dai nomi altisonanti trasformati in "eroi puri" e beatificati o divinizzati nei sacri testi della agiografia risorgimentale.
2-1134) "Manna". (25 settembre 1990).
Angelo Manna
L'onorevole Manna ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01134.
Angelo MANNA. Rinunzio ad illustrarla, signor Presidente, e mi riservo di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. L'onorevole sottosegretario di Stato per la difesa ha facoltà di rispondere.
Clemente MASTELLA. Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, onorevole Manna, la mia risposta - me ne dispiace molto - è brevissima, per la verità. L'accesso ai documenti sul brigantaggio custoditi presso lo stato maggiore dell'esercito, contenuti in circa 140 contenitori e non duemila, come si legge nell'interrogazione, è libero. Unica formalità di rito è una richiesta scritta preventiva, necessaria per regolare l'afflusso dei visitatori. I documenti sono già stati utilizzati per realizzare opere edite.
PRESIDENTE. L'onorevole Manna ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la sua interpellanza n. 2-01134.

Clemente Mastella: sottosegretario alla Difesa, la voce del pappagallo
Angelo MANNA. Signor Presidente, non credo di potermi dichiarare soddisfatto per la risposta fornitami dall'onorevole sottosegretario, che avrei preferito non vedere stasera in quest'aula per il fatto che sono suo conterraneo e so benissimo quanto è costato ai suoi antenati vivere a Ceppaloni, a un tiro di schioppo da Casalduni e Pontelandolfo, terre ancora oggi maledette, terre di briganti, come furono definite, con tanto di carta protocollo e timbri dal regno unitario, nel 1861. Della risposta che a nome del governo si è degnata di dare alla mia interpellanza, ella è stato soltanto - mi scusi - la voce: e neppure la voce dell'attore, ma - mi consenta - quella del pappagallo (non ce l'ho con lei personalmente), perché quale rappresentante del Governo ella si è informata sommariamente e si è accontentata della solita risposta evasiva, degna soltanto della massima commiserazione, vista che a fornirgliela sono stati alti ufficiali di un esercito che è proprio quello che io mi sono sforzato di descrivere per 35 anni, degno erede di quello sardo-piemontese. Quello che è peggio, signor sottosegretario, è che, lungi dall'aver risposto in maniera neppure evasiva, ella ha prestato la sua voce di pappagallo ad uno stantio e puzzolente copione che, scritto male e stampato peggio, è quello che la solita combriccola dello stato maggiore dell'esercito italiano rabbercia e stiracchia a piacimento da più di un secolo, e da più di un secolo riesce ad imporre finanche ai rappresentanti del Governo dello Stato unitario, perché ad esso possono prestare soltanto la voce, e neppure quella dell'attore: quella del pappagallo. Per carità di greppia? No! Per carità di patria. Sì! 

Certo: l'ufficio storico dello stato maggiore dell'esercito italiano è l'armadio nel quale la setta tricolore conserva e protegge i suoi risorgimentali scheletri infami; conserva e protegge le prove delle sue gloriosità sempre abiette; conserva e protegge le prove che nel 1860 l'esercito italiano calò a tradimento nel Regno di Napoli e si comportò, secondo il naturale dei suoi bersaglieri e carabinieri, da orda barbarica; conserva e protegge le prove che Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore ed assassino - e perciò galantuomo - nonché il suo protobeccaio Benso Camillo, porco di Stato - e perciò statista sommo - ordinarono ai propri sadici macellai di mettere a ferro e a fuoco l'invaso reame libero, indipendente e sovrano e di annetterlo al Piemonte grazie ad un plebiscito che fu una truffa schifosa, combinata da garibaldesi, soldataglia allobrogica e camorra napoletana. 
Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore e assassino
L'ufficio dello stato maggiore dell'esercito italiano è l'armadio nel quale l'unificazione tiene sotto chiave il proprio fetore storico: quello dei massacri bestiali, delle profanazioni e dei furti sacrileghi, degli incendi dolosi, delle torture, delle confische abusive, delle collusioni con Tore e Crescienzo (all'anagrafe Salvatore De Crescenzo) e con la sua camorra, degli stupri di fanciulle, delle giustizie sommarie di cafoni miserabili ed inermi, delle prebende e dei privilegi dispensati a traditori, assassini e prostitute, come la famigerata Sangiovannara, De Crescenzo, anch'essa, per l'anagrafe… Quali studiosi hanno potuto aprire questi armadi infami, signor sottosegretario? I crociati postumi, gli scribacchini diventati cattedratici per aver saputo rinnegare la propria origine e per aver saputo rinunciare alla ricerca della verità storica, per aver dimostrato di saper essere i sacerdoti del sacro fuoco del mendacio. Signor Presidente, per favore, si giri: guardi il pannello alle sue spalle. E' falso, è un falso storico! L'ho detto e ridetto sette anni fa: alle urne, nel Regno di Napoli invaso, si presentò solo l'1,9 per cento! Come si ebbe, allora, un milione di voti?
Mauro MELLINI. Si fece con la tecnica dell'8 per mille!
Angelo MANNA. Sapessi a quante tecniche si fece ricorso!
Adolfo Sarti, presidente pro tempore della Camera dei deputati
PRESIDENTE. Onorevole Manna, mi consenta di interromperla. Le prometto che detrarrò dal computo del tempo a sua disposizione quello utilizzato per il mio intervento. Vorrei che lei sapesse che l'ascolto: anch'io mi considero un modesto cultore delle memorie storiche. Naturalmente, mi sono fatto un'opinione precisa, anche perché ho un'età purtroppo più avanzata della sua.
Angelo MANNA. Non è colpa sua, né merito mio…
PRESIDENTE. Mi consenta di farle una piccola raccomandazione sul linguaggio. Non mi permetterei mai di entrare in un dibattito storiografico di tanto interesse. La invito soltanto a quella moderazione di linguaggio per la narrazione di eventi drammatici, che pure appartengono in qualche modo alla storia d'Italia. Ne guadagnerà anche l'obiettività, la serenità e l'austerità di quest'aula.
Angelo MANNA. La ringrazio, signor Presidente. Accetto comunque la sua raccomandazione anche perché so che lei, da buon piemontese serio, ha letto i testi scritti sull'altra sponda e quelli del suo generale piemontese (una persona perbene) il Bertoletti, che ha scritto Il Risorgimento visto dall'altra sponda: un testo che io stesso curai quando l'editore napoletano Arturo Berisio volle ripubblicarlo, una trentina di anni fa.
PRESIDENTE. Conosco perfettamente questo genere letterario e le voglio ricordare che una casa editrice piemontese, che anche posso nominare…
Angelo MANNA. Io le dirò che è stato ristampato a Napoli.
PRESIDENTE. …nell'immediato secondo dopoguerra presentò una raffigurazione della storia d'Italia più problematica di quella esposta nei testi ufficiali. Mi riferisco ad un testo aureo che credo lei abbia ben presente, e che è L'Alfiere di Alianello.
Angelo MANNA. La ringrazio per la citazione. Alianello è uno dei miei sacri evangelisti.
Clemente MASTELLA, sottosegretario di Stato per la Difesa. Visto l'andamento della discussione, il Governo non c'entra! E' un dialogo fra di voi.
Angelo MANNA. I piemontesi "buoni", voglio dire onesti, ci sono sempre stati, ed anche a quel tempo. Uno per tutti il generale Covone, fior di galantuomo, che però ebbe il torto di mettersi troppe volte sugli attenti di fronte ad una canaglia come Cialdini e a emeriti cialtroni come Fanti, Della Rocca, Pinelli. Li vogliamo nominare tutti i cattivi? Non la finiremmo più! Certo, signor Presidente, anche qualche generale italiano è stato preso di recente dalla fregola della ricerca storica. E quello che è riuscito a capire, a scrivere e a dare alle stampe, è stato ed è mi consenta, signor Presidente - roba da storico voltastomaco. 

Il generale Oreste Bovio, che dal 1980 al 1982 ha retto l'ufficio storico dell'esercito italiano, ha osato pubblicare nel 1987, naturalmente a spese dello Stato, quanto segue:"Non può ragionevolmente essere fatto alcun addebito all'ufficio storico dell'esercito per non aver sentito la necessità di analizzare un comportamento delle unità impiegate nella lotta al brigantaggio. Quale importanza potevano avere allora piccoli scontri con briganti e predoni?". Povera storia, signor Presidente! Poveri cafoni meridionali, povera questione ardente, agraria, sociale! Povero Pasquale Villari, povero Antonio Gramsci, povero Guido Dorso, povero Gaetano Salvemini, povero Franco Molfese! Povera questione meridionale! Voglio supporre che questo Oreste Bovio sia stato gratificato abbastanza, magari con diplomi medaglie e mance competenti, dalla setta allobrogo-ligure-longobarda alla quale ha mostrato di sapere tanto bene reggere il sacco. E voglio sperare che le varie leghe nordiste, tanto care al liberalcapitalismo (gratificato a dovere dal "negrierismo" a basso costo sacramentato dalla legge Martelli) vorranno tenere presente, nelle loro antistoriche confutazioni della storia, questo pagliaccio di generale che, loro involontario profeta, con pochi tratti di penna pagatigli dallo Stato, ha annullato gli orrori dei massacri contadini meridionali da parte dell'orda assetata di sangue e di bottino, ed ha creduto che il clòu della questione meridionale - la sua bestiale conseguenza e cioè l'emigrazione in massa, come "cacciata dei cafoni" dalle proprie terre - fosse una fola inventata da revanscisti borboniani, o capricci di meridionali dediti al girovaghiamo per essere nati con la spiccata tendenza al turismo. Certo, negli armadi dello stato maggiore vi saranno anche le prove del fatto - ormai provato abbastanza - che, se a partire dal 1860, alla sua prima uscita, il regno unificato scrisse pagine vergognose ed abiette, non si rifece affatto nella prima guerra mondiale e toccò il fondo nella seconda, quando tradì nel 1914 la Triplice e quando, trent'anni dopo, tradì Germania e Giappone ed accorse in aiuto del vincitore anglo-franco-americano e si fece finanche stuprare, eroicamente, si capisce, dai marocchini. Ma noi del Sud - che non intende subire ulteriormente il danno della colonizzazione tendente all'assoggettamento totale e la beffa della distorsione premeditata dei fatti storici, che la sua colonizzazione determinò - non interessano le bubbole che i vestali del sacro fuoco del mendacio tricolore fanno propalare anche ad un sottosegretario di stato, nella certezza che, per carità di patria, anche egli, come i suoi predecessori, non disdegni di farsi complice loro nel servire la mistificazione e i suoi profeti abietti. 

Michelina De Cesare, stuprata e massacrata dai piemontesi
L'ufficio storico dell'esercito italiano custodisce e protegge le prove storiche che quella sacra epopea, che fu detta Risorgimento, altro non fu se non una schifosa pagina di rapine e di massacri scritta da un'orda barbarica che, oltre la vita ed i beni, rubò al Sud e portò nell'infrancesato Piemonte finanche il sacro nome d'Italia. Gli armadi con gli scheletri infami, che riguardano la repressione del cosiddetto brigantaggio - che fu epopea storica di decine di migliaia di cafoni disperati - recano la catalogazione G11 e G3, e sono circa 150 mila i fogli che, contenuti in 140 dossiers, costituiscono la prova documentale delle efferatezze subito dal Reame degradato a feudo sabaudo, da disbattezzare, spremere, colonizzare e sottomettere. Signor sottosegretario, signor Presidente, colleghi, io non mi chiedo affatto se l'aspetto più vergognoso sia rappresentato dal non già ottuso ma settario rifiuto da parte degli eredi della soldataglia piemontese, ligure e lombarda di aprire gli armadi infami, o se sia piuttosto rappresentato dall'acquiescenza, che è omertà passiva, di un Governo che consente a dei soldati (che possono solo gloriarsi di avere fatto carriera sul campo dell'eterna battaglia delle lottizzazioni ingaggiata dai partiti democratici egemoni) di gestire a piacimento una massa di documenti storici di eccezionale valore e di concederli in visione a piacimento soltanto a scrittorelli di indubbia fede antistorica, che non sprezzerebbero mai il sacro giuramento ateo liberal-capitalistico di servire vita natural durante il mendacio tricolore sul quale è fondata l'ancora imperversante agiografia del cosiddetto Risorgimento. 
 Sulla questione dell'ufficio storico dell'esercito italiano quattro anni fa Giorgio Bocca scrisse su L'Espresso: "Sarebbe davvero troppo chiedere ai militari di documentare e pubblicizzare le violazioni della morale comune che il potere politico gli ha chiesto e ordinato". Il Bocca non andò oltre, non so se per calcolo tricolorico o per improvviso inceppamento del cervello. Oltre - me lo consenta, signor Presidente - vado io. Affermando che il copione che i responsabili dell'ufficio storico dell'esercito italiano rabberciano e stiracchiano a piacimento e impongono persino ad un rappresentante del Governo italiano affinché si compiaccia di prestare alle sue battute soltanto la voce (neppure quella dell'attore, ma quella del pappagallo), ha 131 anni e non può essere rimaneggiato, riveduto, corretto, adattato ai tempi, adeguato alle necessità della storia. Sarebbe troppo esigere dai militari l'apertura degli armadi nei quali sono custoditi e protetti gli scheletri del cosiddetto Risorgimento. Ma non perché mai e poi mai, signor Presidente, un esercito ammetterebbe i crimini di cui si è macchiato per ordine di una classe politica egemone. Tutti gli eserciti del mondo commettono crimini orrendi, saponificando, napalmizzando, lanciando bombe atomiche, chimiche, batteriologice, ed è umano che nessun esercito sia disposto a mettere in piazza la propria disumanità e a produrne l'inconfutabile prova documentale. 

Nel nostro caso, però, si tratterebbe di mettere in piazza che gli eroi del cosiddetto Risorgimento furono dei criminali sull'orlo dell'asburgizzazione, e che i loro sacri ideali fecero da paravento a uzzoli predatori e sanguinari. Al grido di:"fuori lo straniero" gli eroi - cioè i criminali - imposero ai rinnegati e agli spergiuri del Regno di Napoli la cacciata di un re che era napoletano da quattro generazioni e la distruzione di uno Stato libero, indipendente e sovrano. 

Ed al suo posto imposero un re che parlava francese e che era il re più spergiuro e fellone e debitoso d'Europa, a prova di storia. Nel nostro caso si tratterebbe di mettere in piazza che l'annessione del reame napoletano fu un'operazione che senza l'intervento della camorra non sarebbe riuscita. Furono i camorristi di Salvatore De Crescenzo, "Tore e Crescienzo", a presidiare i seggi nel corso del truffaldino plebiscito e ad "uccidere di mazzate" i difensori timidi, pavidi, delle ragione della monarchia nazionale borbonica. E furono ancora i camorristi ad inchiodare con le bocche rivolte verso il mare i cannoni che i fedelissimi della guardia nazionale (che si fregiava della bandiera tricolore, signor Presidente) avevano puntato sulla stazione ferroviaria dove, proveniente da Salerno, sarebbe arrivato lui, il leone imbecille, Giuseppe Garibaldi. 
Nel nostro caso, signor Presidente, si tratterebbe di mettere in piazza che ai decennali massacri belluini perpetrati dall'orda barbarica seguì un'emigrazione che fu un'esplosione, a catena, che fu l'effetto della raffica di calcioni tricolori sparata dal regno unitario nei fondelli sfondati di coloro i quali avevano avuto l'infelice idea di scampare ai massacri. In tal modo si renderebbero pubbliche finalmente le cause vere della questione meridionale e si fornirebbero dunque ai politici e ai sindacati di oggi, signor Presidente, le basi sulle quali impiantare, finalmente, la fabbrica dei rimedi specifici. Nel nostro caso, infine, si tratterebbe di mettere in piazza che l'invasione, l'annessione e i massacri subiti dall'Emirato libero e sovrano del Kuwait pochi mesi fa li subì il Reame di Napoli ad opera di Saddam Hussein che si chiamava Vittorio Emanuele II, nel 1860…
Mauro MELLINI. In fatto di poligamia certamente un collegamento c'è!
Angelo MANNA. …e che anche allora l'invasione, l'annessione ed i massacri costituirono una violazione del diritto internazionale… Ma noi non avevamo il petrolio, caro Mellini. Avevamo soltanto l'oro, la dignità, l'onore… E, ciò che contava, eravamo un'enorme piazza di consumo:un mercato di nove milioni e mezzo di bocche!… E la comunità mondiale se ne stette comodamente a guardare! E, quando fu raggiunta dagli urli di sdegno degli uomini, e dai lamenti dei torturati, e dalle grida delle fanciulle, stuprate - signor Presidente, lei che è un cultore di storia - talvolta soltanto a colpi di baionetta, si affrettò a chiudere finestre e balconi; infastidita, molestata dal rumore. Signor sottosegretario, ho avuto dei rapporti con Falco Accade, che è stato Presidente della Commissione Difesa nella IX legislatura, e con i colleghi Edo Ronchi e Guido Pollice. Abbiamo spesso convenuto che bisognerebbe trasferire la massa documentale di cui l'esercito è tenutario e protettore dal 1856 (da quattro anni prima dell'annessione del Regno di Napoli a quello piemontese:quindi da quando non era esercito italiano ma esercito sardo-piemontese) presso gli archivi di Stato. Ma - quanto volte ho dovuto eccepirlo - a ciò non si opporrebbe l'esercito, ma tutti quei ministri i quali, pur di continuare a far credere agli italiani la bella favola del cosiddetto Risorgimento, non esitano a venire in quest'aula (o a frequentare convegni, presiedere congressi) per prestare a copioni vetusti le proprie voci nemmeno di attori, di pappagalli. E a rimetterci quel po' di prestigio ministeriale, governativo e italiano, che ancora avevano.
Enrico Cialdini, feroce e sanguinario generale al servizio dei Savoia, fece morire abbrustoliti gli abitanti di Pontelandolfo e Casalduni
Signor sottosegretario, nell'esprimere queste affermazioni - e le chiedo perdono se da conterraneo, involontariamente, l'ho offesa - vorrei precisare che per dichiararmi soddisfatto della sua risposta dovrei aver fatto finta di non aver letto tutte le analoghe risposte fornite dai ministri Spadolini e Zanone prima ancora che da lei. Risposte tutte uguali: e tutte bugiarde! Onorevole sottosegretario, se lo gradirà, potrò darle una copia degli atti del convegno sul brigantaggio meridionale svoltosi a Cerreto Sannita nel 1986. Tra i suoi documenti vi è la scheda con la quale gli studiosi possono chiedere l'accesso alla massa documentale riguardante il brigantaggio e il cosiddetto Risorgimento. Dall'esame di questa scheda ella si potrà rendere conto che, alla fine, questi documenti restano inaccessibili ai quivis de populo…Ricordo che il generale Poli l'11 marzo 1987 scrisse al vicepresidente della Commissione difesa della Camera, l'onorevole Baraccetti, le seguenti parole:" Il problema più generale del libero accesso all'ufficio storico nella realtà non esiste, in quanto nel pieno rispetto e nell'osservanza del decreto del Presidente della Repubblica n. 1409 del 30 settembre 1963, il suo archivio è aperto a tutti i ricercatori, italiani e stranieri, senza remora o restrizione alcuna. Ne fanno fede le larghe utenze fruite da grossi nomi del mondo accademico".
Sottolineo che tra questi "grossi nomi" non vi è nessun meridionale, nessuno studente, nessuno studioso attendibile. A fruire dei "permessi" sono stati e sono sempre i soliti scribacchini che fanno spendere centinaia di miliardi al contribuente italiano per consolidare le "puttanate" che gli storici prezzolati cominciarono a scrivere dal 1860 in poi, forti del solo merito di aver vinto!