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venerdì 23 aprile 2021

AUGIAS E I PREGIUDIZI SU NAPOLI. Sud e Civiltà risponde


 AUGIAS E I PREGIUDIZI SU NAPOLI. Sud e Civiltà risponde

(in video l'ex Magistrato Edoardo Vitale, Direttore de L'Alfiere e Presidente di Sud e Civiltà)

Non se ne può più. Corrado Augias annuncia un programma tv che si chiama “Città segrete: Napoli”. E gli ingenui pensano che finalmente si parlerà della città in modo serio, profondo, senza i soliti pregiudizi. Però un uomo che ignora le tesi anticonformiste sulla storia del Sud difficilmente poteva svelare verità nascoste. E infatti la trasmissione ci ha propinato una raffica di luoghi comuni da lasciare tramortiti. Non mancava nemmeno il paradiso abitato da diavoli. Certo, del resto anche certa borghesia napoletana la pensa ancora così! Dottor Augias, una trasmissione che annuncia segreti non si può fondare sui luoghi comuni. Che hanno stufato. E non solo nel male, ma anche nel bene. Si parla di San Gennaro con una superficialissima descrizione della religiosità dei napoletani. Maradona è ritratto soprattutto come frequentatore di camorristi. Cercare di capire l’amore tra Napoli e Maradona è chiedere troppo? A Cutolo è dedicata una lunga narrazione come genio del male. La camorra è dappertutto. Perfino quando si parla di un luogo che aiuta a conoscere l’anima dei napoletani, come il cimitero delle fontanelle, si fa in modo che venga ricordato per presunte riunioni di malavitosi. 
Vecchi filmati quasi a sottolineare che i pregiudizi non cambiano mai. Nessun tentativo serio di capire le vere radici della tradizione di Napoli, di svelare il segreto del fascino che da sempre esercita sulle persone più intelligenti e sensibili. Per definire Napoli come città di lazzaroni e pulcinelli, semibarbara e africana, si usano le parole di Giacomo Leopardi, il poeta che era spaventato dalla vitalità di Napoli. Dottor Augias, sembra che questa sia l’immagine mentale di Napoli che le viene in mente per prima. Quella che piace tanto agli ignoranti d’Italia. La storia, poi, della nostra grande capitale diventa una zuppa indigesta delle solite sciocchezze conformiste. Si celebra il centinaio di giustiziati della repubblica napoletana e non si dice una sola parola delle migliaia e migliaia di popolani morti nell’eroica difesa della città contro i francesi. L’esercito della Santa Fede diventa esercito della Santa Sede! Per ogni fatto storico si sceglie la versione più conformista. La rivolta di Masaniello è definita come antispagnola, quando la realtà era molto più complessa. Per non farci mancare niente ci dicono che il famoso capopopolo come secondo mestiere faceva il ladruncolo. Vediamo se anche nella storia delle altre città d’Italia andrete a cercare i mariuoli. 
Tanto per cominciare, vi segnalo che Garibaldi era accusato dallo stesso re Vittorio Emanuele “dell’infame furto di tutto il denaro dell’erario meridionale”. Vi suggerisco poi di indagare sul recente scippo del Banco di Napoli, sugli scandali dell’Expo e del Mose e sui tanti altri affaracci italiani, compreso l’ignobile furto nella Libreria napoletana dei Gerolamini. Fatto da un brillante uomo del Nord. Altro che scippo dei rolex. Ma si sa, in questo paese ingiusto il rapinatore è solo chi ruba un orologio. Chi ruba i milioni è un abile affarista. A Sud ci sono i dilettanti del malaffare. I veri professionisti sono altrove. 
Dottor Augias, penso che lei di Napoli abbia capito ben poco. Non si è accorto che in questa antichissima città sono confluite le più grandi civiltà dell’Occidente, dalla greca, alla romana, alla cristiana, all’imperiale germanica, all’ispanica. Ma come fa a non dire una parola sulla prima università pubblica del mondo, sulla grande scuola musicale napoletana del 700, sulle meraviglie della canzone napoletana, sulla Napoli culla del diritto, su Vico, su Basile. Lo sa che siamo riusciti anche a salvare due volte la cristianità dall’invasione islamica? La prima volta ad Ostia nell’849 d.C. alla testa della Lega Campana, la seconda a Lepanto, nel 1571, quando i figli della nobiltà napoletana fecero a gara per salire sulle navi della Lega cristiana che poi affrontarono vittoriosamente i turchi. 
Oltre alla frase dell’infelice Giacomo Leopardi, potevate ricordare quello che scrisse Federico Nietzsche nell’autunno del 1881: «Non sono abbastanza forte per il nord: là imperversano gli spiriti pedanti ed artefatti, che non sanno fare altro che lavorare alle norme della convenienza, come il castoro alla sua costruzione. Ho vissuto tutta la mia vita fra gente simile! Mi è venuto in mente all’improvviso, mentre per la prima volta vedevo il cielo grigio e rosso della sera scendere su Napoli - un brivido di compassione per me stesso, l’idea di cominciare a vivere da vecchio, e lacrime, e, all’ultimo istante, la sensazione di essere ancora in tempo per salvarmi!» Ma per alcuni è troppo tardi per liberarsi dai pregiudizi: ne hanno bisogno per vivere. Come diceva Curzio Malaparte: non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli!

(fonte video: Sud e Civiltà  https://www.youtube.com/watch?v=X0dWQVbpnSA)

sabato 29 luglio 2017

Noi siamo l'Italia non voi. Accusa implacabile contro una generazione di insensibili !

La nostra esistenza non nasce dal nulla ma è il risultato di una lunga catena di generazioni che sgorga, cresce e si completa attraverso processi storici, politici e culturali. Noi nasciamo più di tremila anni fa per diventare i protagonisti della più vecchia ed immensa cultura del mondo. I nostri antenati hanno vissuto e combattuto contro le guerre, contro le pestilenze, contro la miseria e contro la fame. Ogni generazione ha avuto dinnanzi agli occhi un solo modello da seguire: lottare per dare un futuro più felice, più sicuro e più sereno ai figli e ai figli dei figli. Ecco perché anche nel bisogno i nostri antenati hanno continuato ad educare i bambini e sono morti per loro. Hanno superato anni lunghi e difficili fra miseria, freddo e carestie. Ci hanno trasmesso il grande messaggio: siamo morti affinché voi possiate continuare a vivere. Nessuna generazione e nessuno individuo si è mai sentito isolato dalla storia del mondo. C'è sempre stata una continuità fra passato, presente e futuro. E sempre c'è stato in noi l'obbligo di custodire come bene prezioso l'immensa eredità dei nostri antenati e di arricchire il futuro della progenie con altro impegno assiduo. Per questo furono costruite e preservate nel corso delle generazioni opere di grande significato come riferimento alla nostra grande storia. Si è sempre preservato, mantenuto, curato e rinnovato il patrimonio culturale come eredità per i posteri. Si è sempre fatto così. Noi siamo la Storia. Noi siamo la Cultura, noi siamo l'eredità. Così deve essere, così deve continuare. Certo il futuro è incerto, però noi vogliamo riconoscere e preservare la genialità e la creatività del nostro glorioso passato. Vogliamo emergere dalla tomba del passato millenario per ritrovare le tracce della nostra natura, della nostra stirpe per vedere più nitido il volto del futuro. Se i nostri grandi antenati tornassero in vita si riconoscerebbero in questa Italia di oggi? Siamo stati il grande passato. Siamo stati il fascino con la Sardegna dei nuraghi, siamo stati la Magna Grecia con Sibari, Agrigento, Crotone, Taranto. Siamo stati la Roma imperiale, siamo stati il Regno delle due Sicilie, con Napoli magnifica Capitale. Siamo stati la “serenissima Repubblica di Venezia” con Venezia splendore di bellezza. Siamo stati un popolo di letterati, pittori, scultori, navigatori, medici, matematici. Siamo stati la Storia, siamo stati il Mediterraneo.

Archimede, Pitagora, Giulio Cesare, Gioacchino da Fiore, Dante Alighieri, Bernardino Telesio, Luigi Lilio, Antonio Vivaldi, Gioachino Rossini, Giacomo Puccini, Rino Gaetano, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Cosa direbbero: Noi siamo l'Italia, abbiamo vissuto e siamo morti per voi.
Per voi abbiamo vissuto, per voi siamo morti?
Voi avete stracciato questo legame millenario
Voi avete buttato l'eredità dei vostri antenati in una discarica solo per pigrizia.
Essi sono morti affinché voi possiate vivere.
Voi vivete ...e non sentite nessun obbligo verso i vostri antenati, né tanto meno verso i vostri posteri.
Ai vostri posteri state lasciando solo un cumulo di rovine, un cumulo di letame privo di ogni valore culturale. Siete riusciti nello spazio di una sola generazione a distruggere più di 3 mila anni di storia. Tutto questo non vi disturba affatto. Concetti come Popolo, Cultura, eredità sono a voi totalmente estranei. Va bene, così vivete la vostra insignificante vita.
Lasciate marcire la vostra cultura, deridete pure i vostri antenati. Non c'è modo di convincervi, non importa... 

Voi non siete l'Italia. Noi siamo l'Italia. (salvatore brosal, hervé schirrhein, georges rocher)

lunedì 11 maggio 2015

11 maggio 1860: inizia lo sterminio del Popolo Duosiciliano

Genocidio del Popolo Duosiciliano: non furono risparmiati
neppure i bambini
11 Maggio 1860 – Mille avanzi di galera sbarcarono a Marsala.
Non erano mille, erano 702. Violenti malfamati, protetti militarmente dagli Inglesi e finanziati dalla massoneria mondiale ebraica, che ancora oggi finanzia terroristi, tagliatori di teste e cannibali dell'Isis e di Al Qaeda!
Quegli avventurieri di allora avevano a capo un Criminale di nome Giuseppe Garibaldi, ladro di cavalli, a cui avevano mozzato le orecchie in Argentina perché beccato in flagranza di reato.
Un'orda barbarica, dunque, scese dal Piemonte. "Parlavano una strana lingua e bestemmiavano in continuazione! Donne stuprate, uomini e bambini uccisi e trucidati! Interi paesi bruciati e rasi al suolo!
Ogni ricchezza venne saccheggiata..." i crimini commessi da detta legione straniera dei massonici ebraici rothschildiani avventurieri provenienti dal Piemonte, dalla Lombardia, ma anche dall'Inghilterra, Francia, Ungheria, Polonia, Stati Uniti, Canada e perfino Turchia, contro il popolo meridionale, sono INENARRABILI: e furono talmente EFFERATI che ancora oggi vengono taciuti.
Altro che fratelli d'Itaglia!... Fisicamente e moralmente non siamo nemmeno parenti alla lontana con simili canaglie. Quante menzogne, quanti massacri... e quanto sangue e quante lacrime hanno versato i nostri padri, le nostre madri ed i nostri antenati, e quante ne stiamo ancora versando ancora oggi per questa "Italia" falsa, bugiarda e criminale, che è completamente all'opposto della vera nostra Italia.
Tu che conosci la verità sei pregato di divulgarla, e di farla conoscere a tutti. Cerca le verità sepolte e riportale alla luce e falle rivivere nella mente e nel cuore tuo e di tutti i tuoi cari. Divulgale a chi le ignora. Il Regno delle due Sicilie era il terzo Stato più ricco ed avanzato al mondo.
L'Unità massonica ebraica rothschildiana d'Italia distrusse la vera e migliore Italianità ed il buon rapporto fra tutti gli stessi Italiani di buona volontà.
Prima dell'Unità da noi ci si cibava di Bellezza fra arte e cultura in quei palazzi, che erano i più belli d'Europa.
Francesco II di Borbone profetizzò che non ci sarebbero rimasti neanche gli occhi per piangere. 
Infatti è e sarà così con questa maledetta falsa Unità, da ora e per le generazioni a venire.
Il Regno delle Due Sicilie e la Serenissima Repubblica di Venezia, distrutti nel 1861, insieme alla Sardegna. La Dalmazia e l'Istria distrutte alla fine del secondo conflitto mondiale, l'italianissima Corsica data in pasto alla ferocia degli aguzzini massonici ebraici rothschildiani francesi, Briga e Tenda e la Contea di Nizza cedute alla stessa Francia. L'isola di Malta assoggettata alla massoneria ebraica inglese. Tutto ciò dimostra che la classe dirigente massonica, ebraica rothschildiana, in Italia, come in Inghilterra, come in Francia e come in tutto il resto del mondo, allora come adesso e come sempre, ha seminato, semina e seminerà solo morte e desolazione. Fece, fa e farà sempre versare tanto sangue innocente per i suoi lerci e criminali interessi.
A suo tempo, l'Invasione armata distruttrice, la conquista militare violenta e lo sfruttamento coloniale e schiavistico portarono al disastro ed allo sterminio la buona parte del Popolo Duosiciliano:
Infatti, su quasi 7,5 milioni di abitanti di allora:
- Dal 1860 al 1875, quasi 50.000 giovani e forti, la meglio gioventù del Sud, militari del Regio Esercito del Regno delle Due Scicilie, furono sterminati non soltanto sui campi di battaglia, ma ancor più numerosi nei feroci campi di concentramento e sterminio come Fenestrelle, e tantissimi altri situati per lo più in Piemonte, ma sparsi anche per tutto il resto d'Italia!
- Inoltre, dal 1860 al 1980, nel giro di 20 anni, con la guerra al brigantaggio furono massacrati, passandoli per le armi e carcerandoli brutalmente più di 100.000 civili.
Complessivamente furono sterminate 1,2 milioni di persone, a causa di fame, freddo, malattie e persecuzioni causate soprattutto con:
La legge marziale, che spesso veniva proclamata per intere regioni, impediva alla gente di uscire anche solo per procurarsi da vivere e, o recarsi al lavoro fuori paese o anche solo fuori casa.
- La legge Pica, tirannica e sanguinaria, istigava ad uccidere anche per semplici sospetti, contadini, pastori, vecchi, donne e bambini, impedendo loro di recarsi liberamente a procurarsi da vivere lavorando nelle campagne o sulle montagne. Non si poteva più andare fuori casa portando armi, anche insignificanti, come coltelli da cucina per tagliare il pane, falci, tridenti ed altri arnesi simili da lavoro. Era vietato perfino portare con sé anche cibo. Chi veniva sorpreso con vivande al seguito, veniva fucilato senza processo, col pretesto che detto cibo fosse per i briganti. I boscaioli, ad esempio, non potevano usare neanche l'ascia per i loro soliti lavori
- La coscrizione militare obbligatoria aveva sottratto, al sostentamento delle famiglie, i giovani che erano indispensabili per i lavori di ogni genere nei campi e nelle officine, costringendoli a 5 e 10 anni di ferma nelle caserme, tenendoli semincarcerati o impegnati sul terreno nella barbara guerra senza fine contro i propri conterranei che si erano dati al brigantaggio. Tanti e tanti giovani del Sud furono fatti morire a decine di migliaia nelle varie guerre  irredentiste, imperialiste e coloniali in Italia e dappertutto nel resto del mondo.
- La criminale ed affamatrice "tassa sul macinato" aveva portato i prezzi delle granaglie e delle altre derrate alimentari più popolari, come il pane, a livelli proibitivi per la popolazione sempre più artificiosamente impoverita e ridotta in miseria ed alla fame vera e propria.
- Tutto l'oro e l'argento del Banco di Stato di Napoli e del Banco di Stato di Sicilia, per un valore di circa 450 milioni di ducati, fu confiscato, razziato senza rimborso, portato ed utilizzato solo per gli interessi dei boss massoni ebrei rothschildiani nel triangolo industriale di Torino, Milano-Genova, creato "ex novo" nel nord Italia, dove prima non c'era assolutamente nessunissima attività economica industriale avanzata
- Le industrie di stato minerarie, estrattive, siderurgiche e militari di Mongiana, Ferdinandea e Bivongi, le industrie di stato meccaniche e ferroviarie di Pietrarsa, i cantieri navali statali di Castellammare di Stabia, furono chiuse, smontate, rubate, razziate, portate via per essere rimontate più a Nord, specie a Terni, La Spezia, Genova, Torino, Milano, Brescia e Bergamo sempre nell'interesse dei pochissimi che se ne erano impossessati con la prepotenza e l'inganno.
- I beni della chiesa che ammontavano allora a circa due terzi di tutti i beni immobili del paese, furono confiscati e svenduti ad una borghesia avida e senza scrupoli, che a differenza della chiesa stessa che si accontentava al massimo di piccole decime, sfruttava invece i contadini ed i pastori fino al midollo, senza neanche dar loro la possibilità di avere di che mangiare per sé e per la propria famiglia.
- La maggior parte del popolo, che lavorava la terra, da proprietario divenne colono e schiavo, proletarizzato dal nuovo dittatoriale Stato, che si chiamava Regno d'Italia, ma che era, ed è ancora adesso, il principale nemico del Popolo Italiano, in particolare del Popolo dell'Italia del Sud.
- In sostanza di fronte a tanta miseria, a tante morti, a tante persecuzioni ed odiose angherie, la scelta che il nuovo e tirannico Stato massonico ebraico rothschildiano, in accordo criminale con la massoneria ebraica rothschildiana globale, diede al Popolo Duosiciliano solo questa scelta: "Brigante!... o... Emigrante!"... per cui...
- Dal 1860 fino al 1875 andarono via dalla nostra terra 4 milioni di persone.


- Dal 1860 fino al 1914 ne andarono via 18 milioni.

- Dal 1860 fino ai nostri giorni ne sono andate via 36 milioni, e stanno continuando ad essere costrette, da politiche volutamente antipopolari, ad emigrare ancora adesso a centinaia di migliaia ogni anno. Si tenga presente che la popolazione meridionale attuale ammonta a 35 milioni in Italia, di cui una parte notevole vive anche al nord. In conclusione, questa particolare Unità d'Italia, voluta nell'esclusivo e fazioso interesse di una classe dirigente massonica, ebraica, rothschildiana, criminale, usuraia, estorsiva, razzista, assassina e nemica del Popolo Italiano in generale e del Popolo Italiano Meridionale in particolare, è stata un vero e proprio crimine contro l'umanità, tale e quale come l'attuale Unione Europea che, guarda caso, viene portata avanti a presente proprio dalle stesse identiche forze massoniche, ebraiche rothschildiane del 1860 e di quasi tutti i periodi successivi che arrivano fino ai nostri giorni, con gli stessi metodi diabolici e le stesse caratteristiche criminali di ieri, di oggi e di sempre.

La lotta contro l'attuale dittatura e tirannia antipopolare massonica ebraica rothschildiana che adesso si spaccia per "europea", tale quale come una volta si spacciava per "italiana", è in realtà una lotta contro lo stesso nemico principale di sempre dei nostri antenati e di tutti i popoli d'Europa e del mondo intero, ad eccezione, ovviamente, dell'unico e solo "divino popolo eletto" del satanico Rothschild!
Vi è quindi un'importantissima ed essenziale continuità di identità culturale, sociale, etnica e storica tra la classe dirigente che oppresse e sterminò i nostri padri ed i nostri antenati dal 1860 in poi e quella classe dirigente attuale, contro cui dobbiamo fare i conti ancora adesso proprio noi, perché anche a presente, essa di nuovo vuole opprimere e sterminare non solo noi stessi ma anche i nostri figli, nipoti e pronipoti per tenere il mondo tutto per sé e per la propria "divina eletta progenie".
Questa cognizione, allora, della lotta senza tregua, che si è svolta e si svolge e si svolgerà sempre di generazione in generazione tra noi ed i nostri tradizionali talmudici e diabolici nemici principali di sempre, deve spingerci ad essere più preparati idealmente e materialmente per potere resistere e contrattaccare in maniera più adeguata contro il nemico principale di sempre, senza più commettere le ingenuità e gli errori dei nostri pur amatissimi padri ed antenati, onde potere finalmente vincere e ribaltare positivamente e completamente una volta per tutte, o per lo meno per un bel pezzo, la nostra situazione e quella del nostro popolo nel suo complesso.
(salvatore brosal - duccio mallamaci)
Angelina Romano, nata il 5 novembre 1853, morta fucilata il 3 gennaio del 1862 a Castellamare del Golfo, perché accusata di brigantaggio. Vittima innocente della repressione sabauda. Questo è quanto risulta dall'archivio storico militare. Questo e tanto altro ancora la "storia ufficiale" non ha mai raccontato. Angelina era una bambina siciliana, che camminava scalza per le vie del suo paese. Aveva un faccino bello e pulito. La sua vita fu interrotta perché così vollero i predoni di quell'orda barbarica, che scese dal Piemonte per devastare, massacrare, violentare, rapinare, distruggere...  







La bella Michelina De Cesare fu stuprata, seviziata, violentata dai piemontesi il 30 agosto 1868. Fu tanto impavida quanto bella, con il suo formidabile intuito riuscì più volte a prevenire attacchi ed imboscate dei piemontesi. Il 30 agosto 1868 la banda del Guerra fu massacrata e Michelina ne seguì la stessa sorte. Il suo corpo fu spogliato ed esposto nella piazza del paese suscitando ire, risentimenti e scandalo. Dopo la sconfitta della squadra di cui faceva parte, Michelina De Cesare fu catturata dai piemontesi e sottoposta a tortura. Morta a causa delle atroci sevizie subite, fu spogliata ed esposta nella piazza del paese come monito alle popolazioni “liberate”. Ma l’effetto sulla gente inorridita dall’efferata vendetta fu opposto a quanto sperato dalle truppe d’occupazione: infatti l’accaduto generò nuovi risentimenti che rivitalizzarono l’affievolita reazione armata antiunitaria. Michelina De Cesare nacque a Caspoli, frazione del comune di Mignano, il 28 ottobre 1841.  



Ninco Nanco, all'anagrafe Giuseppe Nicola Summa, nacque ad Avigliano 12 aprile 1833, fu ammazzato a tradimento dai piemontesi a Frusci il 13 marzo 1864. Dopo essere stato ammazzato fu anche sadicamente fotografato.  





Le reali Ferriere ed Officine di Mongiana (Calabria) furono distrutte dal nuovo Stato unitario - Regno d'Italia - nel 1861. - Le industrie di stato minerarie, estrattive, siderurgiche e militari di Mongiana, Ferdinandea e Bivongi, le industrie di stato meccaniche e ferroviarie di Pietrarsa, i cantieri navali statali di Castellammare di Stabia, furono chiuse, smontate, rubate, razziate, portate via per essere rimontate più a Nord, specie a Terni, La Spezia, Genova, Torino, Milano, Brescia e Bergamo sempre nell'interesse dei pochissimi che se ne erano impossessati con la prepotenza e l'inganno.

sabato 4 ottobre 2014

L'unità d'Italia è stata un crimine contro l'umanità

Perché prendersela contro "questa" Italia? Contro "questa" particolare unità d'Italia? Contro "questo" particolare e contingente Stato? ovvero contro questa particolare e storicamente contingente Classe Dominante che attualmente egemonizza l'Italia ed opprime il Popolo Italiano?...

Ormai, sulla base di quanto è oggettivamente successo dal 1861 ai nostri giorni,... e siccome, ormai da fin troppo tempo, "del senno di poi sono piene le fosse"!... Noi riteniamo che sia finalmente venuto il tempo in cui sia più che giusto ed anzi necessario e fortemente doveroso criticare a fondo: "questa" Italia, "questa" particolare unità d'Italia; "Questo" particolare e contingente Stato che domina l'Italia, ovvero questa particolare e storicamente contingente e sempre più autoritaria ed oppressiva Classe Dominante che, con il suo Regime tirannico e coloniale, vorrebbe per conto terzi sovranazionali, e sta, in effetti, gradualmente portando il Popolo Italiano a "piccoli passi" alla più irrimediabile rovina ed al vero e proprio sterminio più totale!...

Per fare su questo tema, su questi argomenti, una discussione ed un confronto di idee con i nostri lettori, che sia però veramente ben fatto, ovvero in termini che siano, il più oggettivamente possibile, chiari, comprensibili, utili e costruttivi, per lo meno per coloro che sono animati da buona volontà, crediamo che sia però necessario fare prima, ossia preventivamente, delle opportune premesse di tipo logico, dialettico, retorico ed anche ideologico e politico,... ma ovviamente nel senso migliore dei termini qui usati.

Video: L'unità d'Italia è stata un crimine contro l'umanità

Infatti di quale Italia vogliamo qui parlare?...

Perché di Italie: parafrasando il solito ed abusato Pirandello, ve ne sono: una, nessuna e centomila!...

Vogliamo parlare dunque della.... Nostra Italia?... quella rappresentata dal Popolo Italiano, o per lo meno dalla sua parte migliore formata da persone di buona volontà?

O vogliamo parlare della "loro" Italia? Ovvero dell'Italia ebraico massonica di Rothschild e compari nata formalmente nel 1861 e restaurata nel 1943?

La Nostra Italia è iniziata più di tremila anni fa!

La "loro" "Italia", ossia dell'attuale Stato o Gruppo di Potere, qualsiasi sia il momento in cui sia stata concepita, è nata formalmente nel 1861 e poi è stata restaurata nel 1943, e comunque ed assolutamente è in tutti e due i casi una creatura di Rothschild e degli ambienti ebraico-massonici al suo seguito, che ripetiamo ha preso militarmente il sopravvento nel territorio d'Italia, appunto nel 1861 e, dopo la parentesi del ventennio fascista in cui detto Stato di Rothschild era stato in parte esautorato, detta creatura rothschildiana è stata restaurata militarmente in modo ancora più pesante nel 1943.

Inoltre, bisogna fare molta attenzione al fatto che si crea un guazzabuglio inestricabile incomprensibile e che confonde le idee e fa commettere errori logici ed ideologici gravissimi a chicchessia, se si continua ad usare la parola "Italia" come un assoluto con cui si comprendono, si sottintendono e si confondono in detta unica parola, ingenuamente ed incosciamente o coscientemente e maliziosamente, un unico intricatissimo e confusissimo groviglio di concetti e di parole certamente collegate ma non sostanzialmente equivalenti, senza sapere o senza volere distinguere correttamente e doverosamente i concetti di: Stato, Popolo, Nazione, Cittadinanza, Etnia, Razza, Territorio, Paese, etc., etc., etc.!... che sono cose spesso molto ben diverse tra loro e fortemente distinte ed addirittura talvolta antagonisticamente contrapposte tra loro. Ecco perché noi possiamo dire a ragione, dal nostro punto di vista, che l'Italia di Rothschild è stata:...

La più grande sciagura che potesse capitare ai Popoli Italiani, che vivevano in pace nel glorioso “Regno due Sicilie” con Napoli magnifica Capitale, o nel Veneto con Venezia, splendore di Bellezza...

Infatti la cosiddetta e sedicente "Italia" voluta ed imposta da Rothschild nel 1861 e poi di nuovo ed ancora peggio nel 1943, altro non è che un suo ipocrita e schizofrenico Stato fantoccio, tirannico coloniale che è il più acerrimo nemico proprio di quel Popolo Italiano che... "dice"... di rappresentare, ma che invece opprime, sfrutta, truffa, estorce, rapina, violenta, tortura, terrorizza, schiavizza e cannibalizza !

L'attuale Stato Italiano è appunto uno Stato imposto truffaldinamente e violentemente dalla potentissima e talmudica Famiglia Rothschild nel 1861 e poi di nuovo nel 1943 con insita all'interno di esso:
una fortissima contraddizione antagonista tra la sua Classe Dominante Rothschildiana Ebraica e Massonica ed il dominato Popolo Papista, Italiano e Cattolico!...

- una fortissima contraddizione talmudica, lombrosiana e razzista che volutamente e malignamente contrapponeva i popoli dell'Italia del Nord ai popoli dell'Italia del Sud, e per di più contrapponeva niceforianamente una parte "benedetta" del popolo dell'Italia del Sud, con caratteristiche razziali più bianche e più europee, ad un ipotetico "Popolo Maledetto" o "Razza Maledetta", con caratteristiche razziali più scure e più africane o mediorientali!

- ed altre contraddizioni gravissime che ancora adesso sono alimentate artificialmente dal satanico Rothschild e dai suoi ascari e golem al potere, secondo le tecniche e le direttive sperimentate e collaudate da millenni di esercizio del potere che fanno capo al classico "divide et impera"!...

Tu che conosci la verità sei pregato di divulgarla, farla conoscere a tutti. Cerca le verità sepolte e riportale alla luce. Divulgale a chi ignora. Il Regno delle due Sicilie era il terzo Stato più ricco al mondo. L'Unità d'Italia ha distrutto l'Italianità ed il buon rapporto fra gli stessi Italiani. Prima dell'Unità da noi ci si cibava di Bellezza fra arte e cultura in quei palazzi, che erano i più belli d'Europa.

Francesco II di Borbone profetizzò che non ci sarebbero rimasti neanche gli occhi per piangere. Infatti è e sarà così con questa maledetta falsa Unità, da ora e per le generazioni a venire.

Il Regno delle due Sicilie ed il Veneto distrutte 154 anni fa, insieme alla Sardegna, La Dalmazia e l'Istria distrutte alla fine del secondo conflitto mondiale. L'italianissima Corsica data in pasto alla ferocia degli aguzzini francesi. Briga e Tenda e la Contea di Nizza cedute alla stessa Francia. Il tricolore massonico ebraico rothschildiano ha seminato solo morte e fatto versare tanto sangue innocente.

Un'orda barbarica scese dal Piemonte !
"Parlavano una strana lingua e bestemmiavano in continuazione...
donne stuprate, uomini e bambini uccisi e trucidati. Interi paesi bruciati e rasi al suolo. Ogni ricchezza venne saccheggiata..."......
i crimini commessi dai lombardo-piemontesi contro il popolo meridionale sono INENARRABILI.
Furono talmente EFFERATI che ancora oggi vengono taciuti.
Altro che fratelli d'Itaglia! Non siamo nemmeno parenti.
Quante menzogne, quanti massacri, quanto sangue e quante lacrime abbiamo versato e stiamo versando per questa Italia bugiarda.

L'Unità d'Italia, voluta da Rothschild, il capostrozzino mondiale di allora e di adesso, in modo distorto e su misura per i suoi sordidi interessi, è stata la più grande sciagura che potesse capitarci ed ancora adesso dopo più di 150 anni il Popolo Italiano nel suo complesso ne sta pagando un pesantissimo scotto.

Ben altri, che l'avido Rothschild ed i suoi ascari e golem "risorgimentali", furono quelli che amarono veramente l'Italia e gli Italiani e li vollero veramente uniti con pari dignità e nel senso migliore dei termini, e tra questi, anche se sfortunato, spicca più di tutti Benito Mussolini!

Napoli era la terza capitale d'Europa ... 150 anni di storia sono riusciti a trasformarla in un deposito di rifiuti. Questa è l'Italia rothschildiana, non certamente la nostra. (salvatore brosal)

domenica 13 gennaio 2013

La celebre interpellanza parlamentare dell'on. Angelo Manna - Resoconto stenografico 597 - seduta di lunedì 4 marzo 1991 - Presidenza del Vicepresidente Adolfo SARTI

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Interpellanza e interrogazioni.
Cominciamo dalla seguente interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della Difesa, per sapere - constatato che vige tuttora il più ostinato e pavido top secret di fatto su quasi tutti i documenti comprovanti gli intenzionali bestiali crimini perpetrati dalla soldataglia piemontese ai danni delle popolazioni, per lo più inermi, delle "usurpate province meridionali" dal tempo della camorristica conquista di Napoli a quello della cosiddetta "breccia di Porta Pia" (praticata dai papalini dal di dentro delle mura leonine?..): top secret voluto, evidentemente, dai grandi custodi di quell'epoca di scelleratezze e di razzie che prese il nome di "Risorgimento italiano" e della quale il sud paga sempre più a caro prezzo le conseguenze; considerato altresì che nell'assoggettato ex reame libero e indipendente va assumendo, finalmente, sempre più vaste proporzioni quel processo di revisione e di demistificazione della storia scritta dai vincitori (tuttora ufficiale!) che dovrà fornire le motivazioni di fondo e lo stimolo alle future immancabili rivendicazioni politiche delle colonizzate regioni -: quando vorrà degnarsi di consentire il libero accesso agli archivi dello stato maggiore dell'esercito italiano che nascondono tuttora, in almeno duemila grossi volumi, documenti fondamentali di natura non già soltanto militare (ordini, dispacci, rapporti relativi a movimenti di truppa e ad esiti di combattimenti, di imboscate e di raid repressivi e briganteschi), ma anche e soprattutto di natura squisitamente politica: istruzioni riservate e anche cifrate del governo subalpino a profittatori, luogotenenti, prefetti, ufficiali superiori, sindaci, comandanti di guardie nazionali; verbali di interrogatori eseguiti nelle carceri, nelle caserme, presso le sedi municipali dagli aguzzini in uniforme che si coprono di disonore nell'infame periodo delle leggi marziali e delle sbrigative esecuzioni capitali; soffiate di spie e informazioni di agenti segreti ai militari, distinte di requisizioni e di espropri illegittimi con l'indicazione delle vittime; elenchi dettagliati dei preziosi, dei contanti e degli oggetti d'arte o sacri razziati nelle case, nei banchi pubblici, nei palazzi reali e nelle chiese; concessioni, infine, di premi, cattedre universitarie o liceali, sussidi una tantum o vitalizi a rinnegati, prostitute, delinquenti comuni (camorristi) e profittatori dai nomi altisonanti trasformati in "eroi puri" e beatificati o divinizzati nei sacri testi della agiografia risorgimentale.
2-1134) "Manna". (25 settembre 1990).
Angelo Manna
L'onorevole Manna ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01134.
Angelo MANNA. Rinunzio ad illustrarla, signor Presidente, e mi riservo di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. L'onorevole sottosegretario di Stato per la difesa ha facoltà di rispondere.
Clemente MASTELLA. Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, onorevole Manna, la mia risposta - me ne dispiace molto - è brevissima, per la verità. L'accesso ai documenti sul brigantaggio custoditi presso lo stato maggiore dell'esercito, contenuti in circa 140 contenitori e non duemila, come si legge nell'interrogazione, è libero. Unica formalità di rito è una richiesta scritta preventiva, necessaria per regolare l'afflusso dei visitatori. I documenti sono già stati utilizzati per realizzare opere edite.
PRESIDENTE. L'onorevole Manna ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la sua interpellanza n. 2-01134.

Clemente Mastella: sottosegretario alla Difesa, la voce del pappagallo
Angelo MANNA. Signor Presidente, non credo di potermi dichiarare soddisfatto per la risposta fornitami dall'onorevole sottosegretario, che avrei preferito non vedere stasera in quest'aula per il fatto che sono suo conterraneo e so benissimo quanto è costato ai suoi antenati vivere a Ceppaloni, a un tiro di schioppo da Casalduni e Pontelandolfo, terre ancora oggi maledette, terre di briganti, come furono definite, con tanto di carta protocollo e timbri dal regno unitario, nel 1861. Della risposta che a nome del governo si è degnata di dare alla mia interpellanza, ella è stato soltanto - mi scusi - la voce: e neppure la voce dell'attore, ma - mi consenta - quella del pappagallo (non ce l'ho con lei personalmente), perché quale rappresentante del Governo ella si è informata sommariamente e si è accontentata della solita risposta evasiva, degna soltanto della massima commiserazione, vista che a fornirgliela sono stati alti ufficiali di un esercito che è proprio quello che io mi sono sforzato di descrivere per 35 anni, degno erede di quello sardo-piemontese. Quello che è peggio, signor sottosegretario, è che, lungi dall'aver risposto in maniera neppure evasiva, ella ha prestato la sua voce di pappagallo ad uno stantio e puzzolente copione che, scritto male e stampato peggio, è quello che la solita combriccola dello stato maggiore dell'esercito italiano rabbercia e stiracchia a piacimento da più di un secolo, e da più di un secolo riesce ad imporre finanche ai rappresentanti del Governo dello Stato unitario, perché ad esso possono prestare soltanto la voce, e neppure quella dell'attore: quella del pappagallo. Per carità di greppia? No! Per carità di patria. Sì! 

Certo: l'ufficio storico dello stato maggiore dell'esercito italiano è l'armadio nel quale la setta tricolore conserva e protegge i suoi risorgimentali scheletri infami; conserva e protegge le prove delle sue gloriosità sempre abiette; conserva e protegge le prove che nel 1860 l'esercito italiano calò a tradimento nel Regno di Napoli e si comportò, secondo il naturale dei suoi bersaglieri e carabinieri, da orda barbarica; conserva e protegge le prove che Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore ed assassino - e perciò galantuomo - nonché il suo protobeccaio Benso Camillo, porco di Stato - e perciò statista sommo - ordinarono ai propri sadici macellai di mettere a ferro e a fuoco l'invaso reame libero, indipendente e sovrano e di annetterlo al Piemonte grazie ad un plebiscito che fu una truffa schifosa, combinata da garibaldesi, soldataglia allobrogica e camorra napoletana. 
Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore e assassino
L'ufficio dello stato maggiore dell'esercito italiano è l'armadio nel quale l'unificazione tiene sotto chiave il proprio fetore storico: quello dei massacri bestiali, delle profanazioni e dei furti sacrileghi, degli incendi dolosi, delle torture, delle confische abusive, delle collusioni con Tore e Crescienzo (all'anagrafe Salvatore De Crescenzo) e con la sua camorra, degli stupri di fanciulle, delle giustizie sommarie di cafoni miserabili ed inermi, delle prebende e dei privilegi dispensati a traditori, assassini e prostitute, come la famigerata Sangiovannara, De Crescenzo, anch'essa, per l'anagrafe… Quali studiosi hanno potuto aprire questi armadi infami, signor sottosegretario? I crociati postumi, gli scribacchini diventati cattedratici per aver saputo rinnegare la propria origine e per aver saputo rinunciare alla ricerca della verità storica, per aver dimostrato di saper essere i sacerdoti del sacro fuoco del mendacio. Signor Presidente, per favore, si giri: guardi il pannello alle sue spalle. E' falso, è un falso storico! L'ho detto e ridetto sette anni fa: alle urne, nel Regno di Napoli invaso, si presentò solo l'1,9 per cento! Come si ebbe, allora, un milione di voti?
Mauro MELLINI. Si fece con la tecnica dell'8 per mille!
Angelo MANNA. Sapessi a quante tecniche si fece ricorso!
Adolfo Sarti, presidente pro tempore della Camera dei deputati
PRESIDENTE. Onorevole Manna, mi consenta di interromperla. Le prometto che detrarrò dal computo del tempo a sua disposizione quello utilizzato per il mio intervento. Vorrei che lei sapesse che l'ascolto: anch'io mi considero un modesto cultore delle memorie storiche. Naturalmente, mi sono fatto un'opinione precisa, anche perché ho un'età purtroppo più avanzata della sua.
Angelo MANNA. Non è colpa sua, né merito mio…
PRESIDENTE. Mi consenta di farle una piccola raccomandazione sul linguaggio. Non mi permetterei mai di entrare in un dibattito storiografico di tanto interesse. La invito soltanto a quella moderazione di linguaggio per la narrazione di eventi drammatici, che pure appartengono in qualche modo alla storia d'Italia. Ne guadagnerà anche l'obiettività, la serenità e l'austerità di quest'aula.
Angelo MANNA. La ringrazio, signor Presidente. Accetto comunque la sua raccomandazione anche perché so che lei, da buon piemontese serio, ha letto i testi scritti sull'altra sponda e quelli del suo generale piemontese (una persona perbene) il Bertoletti, che ha scritto Il Risorgimento visto dall'altra sponda: un testo che io stesso curai quando l'editore napoletano Arturo Berisio volle ripubblicarlo, una trentina di anni fa.
PRESIDENTE. Conosco perfettamente questo genere letterario e le voglio ricordare che una casa editrice piemontese, che anche posso nominare…
Angelo MANNA. Io le dirò che è stato ristampato a Napoli.
PRESIDENTE. …nell'immediato secondo dopoguerra presentò una raffigurazione della storia d'Italia più problematica di quella esposta nei testi ufficiali. Mi riferisco ad un testo aureo che credo lei abbia ben presente, e che è L'Alfiere di Alianello.
Angelo MANNA. La ringrazio per la citazione. Alianello è uno dei miei sacri evangelisti.
Clemente MASTELLA, sottosegretario di Stato per la Difesa. Visto l'andamento della discussione, il Governo non c'entra! E' un dialogo fra di voi.
Angelo MANNA. I piemontesi "buoni", voglio dire onesti, ci sono sempre stati, ed anche a quel tempo. Uno per tutti il generale Covone, fior di galantuomo, che però ebbe il torto di mettersi troppe volte sugli attenti di fronte ad una canaglia come Cialdini e a emeriti cialtroni come Fanti, Della Rocca, Pinelli. Li vogliamo nominare tutti i cattivi? Non la finiremmo più! Certo, signor Presidente, anche qualche generale italiano è stato preso di recente dalla fregola della ricerca storica. E quello che è riuscito a capire, a scrivere e a dare alle stampe, è stato ed è mi consenta, signor Presidente - roba da storico voltastomaco. 

Il generale Oreste Bovio, che dal 1980 al 1982 ha retto l'ufficio storico dell'esercito italiano, ha osato pubblicare nel 1987, naturalmente a spese dello Stato, quanto segue:"Non può ragionevolmente essere fatto alcun addebito all'ufficio storico dell'esercito per non aver sentito la necessità di analizzare un comportamento delle unità impiegate nella lotta al brigantaggio. Quale importanza potevano avere allora piccoli scontri con briganti e predoni?". Povera storia, signor Presidente! Poveri cafoni meridionali, povera questione ardente, agraria, sociale! Povero Pasquale Villari, povero Antonio Gramsci, povero Guido Dorso, povero Gaetano Salvemini, povero Franco Molfese! Povera questione meridionale! Voglio supporre che questo Oreste Bovio sia stato gratificato abbastanza, magari con diplomi medaglie e mance competenti, dalla setta allobrogo-ligure-longobarda alla quale ha mostrato di sapere tanto bene reggere il sacco. E voglio sperare che le varie leghe nordiste, tanto care al liberalcapitalismo (gratificato a dovere dal "negrierismo" a basso costo sacramentato dalla legge Martelli) vorranno tenere presente, nelle loro antistoriche confutazioni della storia, questo pagliaccio di generale che, loro involontario profeta, con pochi tratti di penna pagatigli dallo Stato, ha annullato gli orrori dei massacri contadini meridionali da parte dell'orda assetata di sangue e di bottino, ed ha creduto che il clòu della questione meridionale - la sua bestiale conseguenza e cioè l'emigrazione in massa, come "cacciata dei cafoni" dalle proprie terre - fosse una fola inventata da revanscisti borboniani, o capricci di meridionali dediti al girovaghiamo per essere nati con la spiccata tendenza al turismo. Certo, negli armadi dello stato maggiore vi saranno anche le prove del fatto - ormai provato abbastanza - che, se a partire dal 1860, alla sua prima uscita, il regno unificato scrisse pagine vergognose ed abiette, non si rifece affatto nella prima guerra mondiale e toccò il fondo nella seconda, quando tradì nel 1914 la Triplice e quando, trent'anni dopo, tradì Germania e Giappone ed accorse in aiuto del vincitore anglo-franco-americano e si fece finanche stuprare, eroicamente, si capisce, dai marocchini. Ma noi del Sud - che non intende subire ulteriormente il danno della colonizzazione tendente all'assoggettamento totale e la beffa della distorsione premeditata dei fatti storici, che la sua colonizzazione determinò - non interessano le bubbole che i vestali del sacro fuoco del mendacio tricolore fanno propalare anche ad un sottosegretario di stato, nella certezza che, per carità di patria, anche egli, come i suoi predecessori, non disdegni di farsi complice loro nel servire la mistificazione e i suoi profeti abietti. 

Michelina De Cesare, stuprata e massacrata dai piemontesi
L'ufficio storico dell'esercito italiano custodisce e protegge le prove storiche che quella sacra epopea, che fu detta Risorgimento, altro non fu se non una schifosa pagina di rapine e di massacri scritta da un'orda barbarica che, oltre la vita ed i beni, rubò al Sud e portò nell'infrancesato Piemonte finanche il sacro nome d'Italia. Gli armadi con gli scheletri infami, che riguardano la repressione del cosiddetto brigantaggio - che fu epopea storica di decine di migliaia di cafoni disperati - recano la catalogazione G11 e G3, e sono circa 150 mila i fogli che, contenuti in 140 dossiers, costituiscono la prova documentale delle efferatezze subito dal Reame degradato a feudo sabaudo, da disbattezzare, spremere, colonizzare e sottomettere. Signor sottosegretario, signor Presidente, colleghi, io non mi chiedo affatto se l'aspetto più vergognoso sia rappresentato dal non già ottuso ma settario rifiuto da parte degli eredi della soldataglia piemontese, ligure e lombarda di aprire gli armadi infami, o se sia piuttosto rappresentato dall'acquiescenza, che è omertà passiva, di un Governo che consente a dei soldati (che possono solo gloriarsi di avere fatto carriera sul campo dell'eterna battaglia delle lottizzazioni ingaggiata dai partiti democratici egemoni) di gestire a piacimento una massa di documenti storici di eccezionale valore e di concederli in visione a piacimento soltanto a scrittorelli di indubbia fede antistorica, che non sprezzerebbero mai il sacro giuramento ateo liberal-capitalistico di servire vita natural durante il mendacio tricolore sul quale è fondata l'ancora imperversante agiografia del cosiddetto Risorgimento. 
 Sulla questione dell'ufficio storico dell'esercito italiano quattro anni fa Giorgio Bocca scrisse su L'Espresso: "Sarebbe davvero troppo chiedere ai militari di documentare e pubblicizzare le violazioni della morale comune che il potere politico gli ha chiesto e ordinato". Il Bocca non andò oltre, non so se per calcolo tricolorico o per improvviso inceppamento del cervello. Oltre - me lo consenta, signor Presidente - vado io. Affermando che il copione che i responsabili dell'ufficio storico dell'esercito italiano rabberciano e stiracchiano a piacimento e impongono persino ad un rappresentante del Governo italiano affinché si compiaccia di prestare alle sue battute soltanto la voce (neppure quella dell'attore, ma quella del pappagallo), ha 131 anni e non può essere rimaneggiato, riveduto, corretto, adattato ai tempi, adeguato alle necessità della storia. Sarebbe troppo esigere dai militari l'apertura degli armadi nei quali sono custoditi e protetti gli scheletri del cosiddetto Risorgimento. Ma non perché mai e poi mai, signor Presidente, un esercito ammetterebbe i crimini di cui si è macchiato per ordine di una classe politica egemone. Tutti gli eserciti del mondo commettono crimini orrendi, saponificando, napalmizzando, lanciando bombe atomiche, chimiche, batteriologice, ed è umano che nessun esercito sia disposto a mettere in piazza la propria disumanità e a produrne l'inconfutabile prova documentale. 

Nel nostro caso, però, si tratterebbe di mettere in piazza che gli eroi del cosiddetto Risorgimento furono dei criminali sull'orlo dell'asburgizzazione, e che i loro sacri ideali fecero da paravento a uzzoli predatori e sanguinari. Al grido di:"fuori lo straniero" gli eroi - cioè i criminali - imposero ai rinnegati e agli spergiuri del Regno di Napoli la cacciata di un re che era napoletano da quattro generazioni e la distruzione di uno Stato libero, indipendente e sovrano. 

Ed al suo posto imposero un re che parlava francese e che era il re più spergiuro e fellone e debitoso d'Europa, a prova di storia. Nel nostro caso si tratterebbe di mettere in piazza che l'annessione del reame napoletano fu un'operazione che senza l'intervento della camorra non sarebbe riuscita. Furono i camorristi di Salvatore De Crescenzo, "Tore e Crescienzo", a presidiare i seggi nel corso del truffaldino plebiscito e ad "uccidere di mazzate" i difensori timidi, pavidi, delle ragione della monarchia nazionale borbonica. E furono ancora i camorristi ad inchiodare con le bocche rivolte verso il mare i cannoni che i fedelissimi della guardia nazionale (che si fregiava della bandiera tricolore, signor Presidente) avevano puntato sulla stazione ferroviaria dove, proveniente da Salerno, sarebbe arrivato lui, il leone imbecille, Giuseppe Garibaldi. 
Nel nostro caso, signor Presidente, si tratterebbe di mettere in piazza che ai decennali massacri belluini perpetrati dall'orda barbarica seguì un'emigrazione che fu un'esplosione, a catena, che fu l'effetto della raffica di calcioni tricolori sparata dal regno unitario nei fondelli sfondati di coloro i quali avevano avuto l'infelice idea di scampare ai massacri. In tal modo si renderebbero pubbliche finalmente le cause vere della questione meridionale e si fornirebbero dunque ai politici e ai sindacati di oggi, signor Presidente, le basi sulle quali impiantare, finalmente, la fabbrica dei rimedi specifici. Nel nostro caso, infine, si tratterebbe di mettere in piazza che l'invasione, l'annessione e i massacri subiti dall'Emirato libero e sovrano del Kuwait pochi mesi fa li subì il Reame di Napoli ad opera di Saddam Hussein che si chiamava Vittorio Emanuele II, nel 1860…
Mauro MELLINI. In fatto di poligamia certamente un collegamento c'è!
Angelo MANNA. …e che anche allora l'invasione, l'annessione ed i massacri costituirono una violazione del diritto internazionale… Ma noi non avevamo il petrolio, caro Mellini. Avevamo soltanto l'oro, la dignità, l'onore… E, ciò che contava, eravamo un'enorme piazza di consumo:un mercato di nove milioni e mezzo di bocche!… E la comunità mondiale se ne stette comodamente a guardare! E, quando fu raggiunta dagli urli di sdegno degli uomini, e dai lamenti dei torturati, e dalle grida delle fanciulle, stuprate - signor Presidente, lei che è un cultore di storia - talvolta soltanto a colpi di baionetta, si affrettò a chiudere finestre e balconi; infastidita, molestata dal rumore. Signor sottosegretario, ho avuto dei rapporti con Falco Accade, che è stato Presidente della Commissione Difesa nella IX legislatura, e con i colleghi Edo Ronchi e Guido Pollice. Abbiamo spesso convenuto che bisognerebbe trasferire la massa documentale di cui l'esercito è tenutario e protettore dal 1856 (da quattro anni prima dell'annessione del Regno di Napoli a quello piemontese:quindi da quando non era esercito italiano ma esercito sardo-piemontese) presso gli archivi di Stato. Ma - quanto volte ho dovuto eccepirlo - a ciò non si opporrebbe l'esercito, ma tutti quei ministri i quali, pur di continuare a far credere agli italiani la bella favola del cosiddetto Risorgimento, non esitano a venire in quest'aula (o a frequentare convegni, presiedere congressi) per prestare a copioni vetusti le proprie voci nemmeno di attori, di pappagalli. E a rimetterci quel po' di prestigio ministeriale, governativo e italiano, che ancora avevano.
Enrico Cialdini, feroce e sanguinario generale al servizio dei Savoia, fece morire abbrustoliti gli abitanti di Pontelandolfo e Casalduni
Signor sottosegretario, nell'esprimere queste affermazioni - e le chiedo perdono se da conterraneo, involontariamente, l'ho offesa - vorrei precisare che per dichiararmi soddisfatto della sua risposta dovrei aver fatto finta di non aver letto tutte le analoghe risposte fornite dai ministri Spadolini e Zanone prima ancora che da lei. Risposte tutte uguali: e tutte bugiarde! Onorevole sottosegretario, se lo gradirà, potrò darle una copia degli atti del convegno sul brigantaggio meridionale svoltosi a Cerreto Sannita nel 1986. Tra i suoi documenti vi è la scheda con la quale gli studiosi possono chiedere l'accesso alla massa documentale riguardante il brigantaggio e il cosiddetto Risorgimento. Dall'esame di questa scheda ella si potrà rendere conto che, alla fine, questi documenti restano inaccessibili ai quivis de populo…Ricordo che il generale Poli l'11 marzo 1987 scrisse al vicepresidente della Commissione difesa della Camera, l'onorevole Baraccetti, le seguenti parole:" Il problema più generale del libero accesso all'ufficio storico nella realtà non esiste, in quanto nel pieno rispetto e nell'osservanza del decreto del Presidente della Repubblica n. 1409 del 30 settembre 1963, il suo archivio è aperto a tutti i ricercatori, italiani e stranieri, senza remora o restrizione alcuna. Ne fanno fede le larghe utenze fruite da grossi nomi del mondo accademico".
Sottolineo che tra questi "grossi nomi" non vi è nessun meridionale, nessuno studente, nessuno studioso attendibile. A fruire dei "permessi" sono stati e sono sempre i soliti scribacchini che fanno spendere centinaia di miliardi al contribuente italiano per consolidare le "puttanate" che gli storici prezzolati cominciarono a scrivere dal 1860 in poi, forti del solo merito di aver vinto!