"Il Giardino del Dialogo” - Quando l'amore vince la morte. Pasquale Totaro, l'autore del libro, fa partire da Motta Santa Lucia (Calabria), paese natale del Brigante/Patriota Giuseppe Villella, i primi raggi di luce che squarceranno le tenebre e ci porteranno a conoscere i veri Giusti della Storia. Il primo giardino mondiale del dialogo nasce, il 29 maggio 2016, a Motta Santa Lucia alla presenza del sindaco Amedeo Colacino. Seguiranno altre inaugurazioni in altre città. Trentasette targhe per ricordare i genocidi ed i martiri per la pace del mondo intero degli ultimi 500 anni. Gratitudine ed ammirazione al prof. Pasquale Totaro, autore del libro, “Il Giardino del Dialogo”. Dal progetto realizziamo un giardino per tutti i martiri ed i giusti. E che Giuseppe Villella possa finalmente tornare a casa e non essere più tenuto prigioniero nel mausoleo Lombroso di Torino. E che a tutti i Giusti, imprigionati ancora nel vergognoso mausoleo di Torino, intitolato all'ebreo Ezechia Lombroso, venga data finalmente una sepoltura cristiana. (salvatore brosal)
Ondasud - Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci. (Gandhi)
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lunedì 30 maggio 2016
a Motta Santa Lucia paese natale del "Brigante Giuseppe Villella" nasce il primo "Giardino del Dialogo"
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domenica 5 luglio 2015
No al museo Lombroso: Tempio della Barbarie. Montalto Uffugo è con il Comitato Tecnico Scientifico "No Lombroso"! Lo afferma Pietro Caracciolo, sindaco di Montalto Uffugo
Pietro Caracciolo, sindaco di Montalto Uffugo:
La pienezza di sé e la conseguente convinzione di dovere per forza lasciare “un segno” nella storia, molto spesso induce l’uomo a diventare un mostro e a cavalcare l’onda di qualsiasi corrente di pensiero vada profilandosi con più incisività nell’opinione pubblica.
Quella che di più ha prodotto mostri nel tempo è stata la convinzione di sentirsi migliori e superiori di tutto ciò che rappresentava ”diversità”, soprattutto nel campo umano o in quei campi che hanno determinato fortemente le posizioni sociali nelle varie comunità: ricchezza e povertà, salute e malattia, coraggio e paura, conoscenza e ignoranza, nord e sud, fino ad arrivare al colore della pelle.
Sentirsi migliori o addirittura superiori, ha generato una forma di razzismo che ha prodotto nei secoli milioni di morti, che si sia trattato di differenze dovute al colore della pelle piuttosto che a malformazioni genetiche, all’appartenenza ad una religione piuttosto che ad un’altra, all’essere gente del nord piuttosto che gente del sud.
Di molti di questi uomini che hanno provocato o guidato stragi razziste ne abbiamo contezza per le testimonianze che la storia ci ha consegnato, di alcuni forse non ne conosceremo mai i nomi, di altri ne scopriamo l’identità quotidianamente, fosse anche per le sole esternazioni motivate da un ridicolo tentativo di conquistare un elettorato stanco spingendolo verso un’intolleranza che in realtà non gli appartiene.
Quella che di più ha prodotto mostri nel tempo è stata la convinzione di sentirsi migliori e superiori di tutto ciò che rappresentava ”diversità”, soprattutto nel campo umano o in quei campi che hanno determinato fortemente le posizioni sociali nelle varie comunità: ricchezza e povertà, salute e malattia, coraggio e paura, conoscenza e ignoranza, nord e sud, fino ad arrivare al colore della pelle.
Sentirsi migliori o addirittura superiori, ha generato una forma di razzismo che ha prodotto nei secoli milioni di morti, che si sia trattato di differenze dovute al colore della pelle piuttosto che a malformazioni genetiche, all’appartenenza ad una religione piuttosto che ad un’altra, all’essere gente del nord piuttosto che gente del sud.
Di molti di questi uomini che hanno provocato o guidato stragi razziste ne abbiamo contezza per le testimonianze che la storia ci ha consegnato, di alcuni forse non ne conosceremo mai i nomi, di altri ne scopriamo l’identità quotidianamente, fosse anche per le sole esternazioni motivate da un ridicolo tentativo di conquistare un elettorato stanco spingendolo verso un’intolleranza che in realtà non gli appartiene.
Salvatore Brosal, membro del Comitato "No Lombroso" e Pietro Caracciolo, sindaco di Montalto Uffugo |
Cesare Lombroso, com’è noto, divideva la razza umana in “bianca” e “di altri colori”, perciò non meraviglia che nel corso della sua vita di medico abbia potuto raccogliere resti umani in quantità esagerata e probabilmente solo per sviluppare teorie razziste. Forse per un periodo ha anche avuto un suo seguito, ma la comunità scientifica ha sconfessato da molti anni le sue tesi balorde secondo cui le similitudini antropometriche del cranio della gente del sud, o parte di essa, con il cranio di qualche noto delinquente del tempo, avvalorate -a suo dire- dagli studi effettuati in particolare sul cranio di Giuseppe Villella (calabrese accusato di brigantaggio e il cui corpo fu a lui concesso per gli innumerevoli rapporti di lavoro con l’Università di Pavia) fosse un parametro per accusare di delinquenza poveri contadini del sud la cui unica colpa era la forma del cranio. La “fossetta occipitale mediana” -così battezzata dal Lombroso- per lui rappresentava il segno evidente della predisposizione alla delinquenza. La scienza, quella seria, ha riso e sconfessato ampiamente questa tesi razzista e ridicola, ma lui l’ha utilizzata per concedersi una “gloria” immeritata per diverso tempo.
Da Sindaco, ma soprattutto da uomo, oltre che da calabrese, non posso che stigmatizzare e disapprovare con forza -anche a nome dei miei concittadini- la riapertura di un museo dell’orrore qual è quello dedicato a Cesare Lombroso, e mi unisco al Comitato Tecnico Scientifico "No Lombroso" per chiederne l’immediata chiusura con la conseguente restituzione dei resti umani in esso contenuti ai discendenti o alle Amministrazioni Comunali di origine perché abbiano degna sepoltura, per giustizia e per pietà umana. Mi permetto di aggiungere, che alla dovuta e immediata chiusura del museo e alla dovuta restituzione dei resti umani in esso contenuti, siano di accompagno le formali scuse da parte dell’Università degli Studi di Torino a tutto il Popolo Italiano già solo per aver pensato che tale museo potesse essere riportato alla sua fruizione, a prescindere da quali fossero le motivazioni che hanno spinto a tale decisione.
Montalto Uffugo è con il Comitato Tecnico Scientifico No Lombroso!
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Torino, museo Lombroso: tempio della Barbarie. Dopo più di un secolo e mezzo mille crani di Patrioti Duosiciliani aspettano ancora una cristiana sepoltura |
Montalto Uffugo è con il Comitato Tecnico Scientifico No Lombroso!
Pietro Caracciolo, sindaco di Montalto Uffugo
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