Dopo quasi un anno di sit in, i vigili hanno smontato la tenda di
Gaetano Ferrieri che non molla: bisogna tagliare 100 miliardi,
documentati, di privilegi. Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
‘Sfrattato’
da piazza Montecitorio dopo 316 giorni di sit-in. A Gaetano Ferrieri,
questa mattina, i vigili urbani del comune di Roma hanno notificato la
revoca dell’ordinanza, firmata dal sindaco Gianni Alemanno, che gli
aveva permesso nel giugno scorso di montare un gazebo davanti alla
Camera dei deputati per ‘fini umanitari’, quando l’autore della protesta
contro i costi della politica aveva presentato certificati medici per
un ustioni da esposizione al sole. Risultato: il nucleo Decoro urbano,
supportato da alcuni agenti e dirigenti della Polizia e della Digos, ha
smontato la piccola costruzione ormai entrata nel panorama della piazza.
In pochi minuti tutto il materiale è stato caricato su un camioncino e
la piazza è stata subito ripulta: “C’è stata, nei confronti del
presidio, enorme pazienza e grande comprensione per le ragioni della
protesta – spiega un dirigente della Digos che ha seguito lo sgombero -,
ma ormai ogni giorno dobbiamo respingere i manifestanti che vengono qui
e vogliono montare una tenda per protesta. I turisti che, ogni giorno,
passano da qui non riuscivano a capire il perché ci fosse una tenda del
genere sempre montata in piazza”.
Ferrieri, classe ’57, l’uomo che ha ‘abitato’ in piazza Montecitorio
per oltre 300 giorni lanciando anche uno sciopero della fame, però non
molla: “Ho accettato la revoca dell’autorizzazione per il gazebo, non
sono un rivoluzionario, seguo le norme civili – dice -. Ma io resto qui,
non mi muovo. Sono del nord, sono abituato, ero qui anche sotto la
neve”.
Ferrieri, nato a Belluno e, come dice lui stesso, “esperto di
questioni fiscali”, ha deciso di scendere in piazza contro gli eccessi
dei costi della politica: “Ho esperienza contabile, conosco le leggi
dello Stato, ho inventato il 5 x mille. Bisogna tagliare 100 miliardi,
documentati, di privilegi tra stipendi, auto blu, province – spiega -.
Ho presentato petizioni e documenti, anche alla Camera dei deputati.
Sono qui che aspetto”. Ferrieri racconta ancora: “Io non sono un pazzo,
ho due figlie, non ho interessi politici, non cerco visibilità né spazio
né ritorni particolari. Ma non voglio lasciare ai miei figli un Paese
in mano a questa gentaglia qua, bisogna cacciare questi signori che
stanno rivinando il Paese. Solo ieri ci sono stati altri tre suicidi per
la crisi: fin dove vogliono arrivare?”.
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