venerdì 23 aprile 2021

AUGIAS E I PREGIUDIZI SU NAPOLI. Sud e Civiltà risponde


 AUGIAS E I PREGIUDIZI SU NAPOLI. Sud e Civiltà risponde

(in video l'ex Magistrato Edoardo Vitale, Direttore de L'Alfiere e Presidente di Sud e Civiltà)

Non se ne può più. Corrado Augias annuncia un programma tv che si chiama “Città segrete: Napoli”. E gli ingenui pensano che finalmente si parlerà della città in modo serio, profondo, senza i soliti pregiudizi. Però un uomo che ignora le tesi anticonformiste sulla storia del Sud difficilmente poteva svelare verità nascoste. E infatti la trasmissione ci ha propinato una raffica di luoghi comuni da lasciare tramortiti. Non mancava nemmeno il paradiso abitato da diavoli. Certo, del resto anche certa borghesia napoletana la pensa ancora così! Dottor Augias, una trasmissione che annuncia segreti non si può fondare sui luoghi comuni. Che hanno stufato. E non solo nel male, ma anche nel bene. Si parla di San Gennaro con una superficialissima descrizione della religiosità dei napoletani. Maradona è ritratto soprattutto come frequentatore di camorristi. Cercare di capire l’amore tra Napoli e Maradona è chiedere troppo? A Cutolo è dedicata una lunga narrazione come genio del male. La camorra è dappertutto. Perfino quando si parla di un luogo che aiuta a conoscere l’anima dei napoletani, come il cimitero delle fontanelle, si fa in modo che venga ricordato per presunte riunioni di malavitosi. 
Vecchi filmati quasi a sottolineare che i pregiudizi non cambiano mai. Nessun tentativo serio di capire le vere radici della tradizione di Napoli, di svelare il segreto del fascino che da sempre esercita sulle persone più intelligenti e sensibili. Per definire Napoli come città di lazzaroni e pulcinelli, semibarbara e africana, si usano le parole di Giacomo Leopardi, il poeta che era spaventato dalla vitalità di Napoli. Dottor Augias, sembra che questa sia l’immagine mentale di Napoli che le viene in mente per prima. Quella che piace tanto agli ignoranti d’Italia. La storia, poi, della nostra grande capitale diventa una zuppa indigesta delle solite sciocchezze conformiste. Si celebra il centinaio di giustiziati della repubblica napoletana e non si dice una sola parola delle migliaia e migliaia di popolani morti nell’eroica difesa della città contro i francesi. L’esercito della Santa Fede diventa esercito della Santa Sede! Per ogni fatto storico si sceglie la versione più conformista. La rivolta di Masaniello è definita come antispagnola, quando la realtà era molto più complessa. Per non farci mancare niente ci dicono che il famoso capopopolo come secondo mestiere faceva il ladruncolo. Vediamo se anche nella storia delle altre città d’Italia andrete a cercare i mariuoli. 
Tanto per cominciare, vi segnalo che Garibaldi era accusato dallo stesso re Vittorio Emanuele “dell’infame furto di tutto il denaro dell’erario meridionale”. Vi suggerisco poi di indagare sul recente scippo del Banco di Napoli, sugli scandali dell’Expo e del Mose e sui tanti altri affaracci italiani, compreso l’ignobile furto nella Libreria napoletana dei Gerolamini. Fatto da un brillante uomo del Nord. Altro che scippo dei rolex. Ma si sa, in questo paese ingiusto il rapinatore è solo chi ruba un orologio. Chi ruba i milioni è un abile affarista. A Sud ci sono i dilettanti del malaffare. I veri professionisti sono altrove. 
Dottor Augias, penso che lei di Napoli abbia capito ben poco. Non si è accorto che in questa antichissima città sono confluite le più grandi civiltà dell’Occidente, dalla greca, alla romana, alla cristiana, all’imperiale germanica, all’ispanica. Ma come fa a non dire una parola sulla prima università pubblica del mondo, sulla grande scuola musicale napoletana del 700, sulle meraviglie della canzone napoletana, sulla Napoli culla del diritto, su Vico, su Basile. Lo sa che siamo riusciti anche a salvare due volte la cristianità dall’invasione islamica? La prima volta ad Ostia nell’849 d.C. alla testa della Lega Campana, la seconda a Lepanto, nel 1571, quando i figli della nobiltà napoletana fecero a gara per salire sulle navi della Lega cristiana che poi affrontarono vittoriosamente i turchi. 
Oltre alla frase dell’infelice Giacomo Leopardi, potevate ricordare quello che scrisse Federico Nietzsche nell’autunno del 1881: «Non sono abbastanza forte per il nord: là imperversano gli spiriti pedanti ed artefatti, che non sanno fare altro che lavorare alle norme della convenienza, come il castoro alla sua costruzione. Ho vissuto tutta la mia vita fra gente simile! Mi è venuto in mente all’improvviso, mentre per la prima volta vedevo il cielo grigio e rosso della sera scendere su Napoli - un brivido di compassione per me stesso, l’idea di cominciare a vivere da vecchio, e lacrime, e, all’ultimo istante, la sensazione di essere ancora in tempo per salvarmi!» Ma per alcuni è troppo tardi per liberarsi dai pregiudizi: ne hanno bisogno per vivere. Come diceva Curzio Malaparte: non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli!

(fonte video: Sud e Civiltà  https://www.youtube.com/watch?v=X0dWQVbpnSA)