La
nostra esistenza non nasce dal nulla ma è il risultato di una lunga
catena di generazioni che sgorga, cresce e si completa attraverso
processi storici, politici e culturali. Noi nasciamo più di tremila
anni fa per diventare i protagonisti della più vecchia ed immensa
cultura del mondo. I nostri antenati hanno vissuto e combattuto
contro le guerre, contro le pestilenze, contro la miseria e contro la
fame. Ogni generazione ha avuto dinnanzi agli occhi un solo modello
da seguire: lottare per dare un futuro più felice, più sicuro e più
sereno ai figli e ai figli dei figli. Ecco perché anche nel bisogno
i nostri antenati hanno continuato ad educare i bambini e sono morti
per loro. Hanno superato anni lunghi e difficili fra miseria, freddo
e carestie. Ci hanno trasmesso il grande messaggio: siamo morti
affinché voi possiate continuare a vivere. Nessuna
generazione e nessuno individuo si è mai sentito isolato dalla
storia del mondo. C'è sempre stata una continuità fra passato,
presente e futuro. E sempre c'è stato in noi l'obbligo di custodire
come bene prezioso l'immensa eredità dei nostri antenati e di
arricchire il futuro della progenie con altro impegno assiduo. Per
questo furono costruite e preservate nel corso delle generazioni
opere di grande significato come riferimento alla nostra grande
storia. Si è sempre preservato, mantenuto, curato e rinnovato il
patrimonio culturale come eredità per i posteri. Si è sempre fatto
così. Noi siamo la Storia. Noi siamo la Cultura, noi siamo
l'eredità. Così deve essere, così deve continuare. Certo
il futuro è incerto, però noi vogliamo riconoscere e preservare la
genialità e la creatività del nostro glorioso passato. Vogliamo
emergere dalla tomba del passato millenario per ritrovare le tracce
della nostra natura, della nostra stirpe per vedere più nitido il
volto del futuro. Se i nostri grandi antenati tornassero in vita si
riconoscerebbero in questa Italia di oggi? Siamo
stati il grande passato. Siamo stati il fascino con la Sardegna dei
nuraghi, siamo stati la Magna Grecia con Sibari, Agrigento, Crotone,
Taranto. Siamo stati la Roma imperiale, siamo stati il Regno delle
due Sicilie, con Napoli magnifica Capitale. Siamo stati la
“serenissima Repubblica di Venezia” con Venezia splendore di
bellezza. Siamo stati un popolo di letterati, pittori, scultori,
navigatori, medici, matematici. Siamo stati la Storia, siamo stati il
Mediterraneo.
Archimede, Pitagora, Giulio Cesare, Gioacchino da Fiore, Dante Alighieri, Bernardino Telesio, Luigi Lilio, Antonio Vivaldi, Gioachino Rossini, Giacomo Puccini, Rino Gaetano, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Cosa direbbero: Noi siamo l'Italia, abbiamo vissuto e siamo morti per voi.
Per voi abbiamo vissuto, per voi siamo morti?
Voi avete stracciato questo legame millenario
Voi avete buttato l'eredità dei vostri antenati in una discarica solo per pigrizia.
Essi sono morti affinché voi possiate vivere.
Voi vivete ...e non sentite nessun obbligo verso i vostri antenati, né tanto meno verso i vostri posteri.
Ai vostri posteri state lasciando solo un cumulo di rovine, un cumulo di letame privo di ogni valore culturale. Siete riusciti nello spazio di una sola generazione a distruggere più di 3 mila anni di storia. Tutto questo non vi disturba affatto. Concetti come Popolo, Cultura, eredità sono a voi totalmente estranei. Va bene, così vivete la vostra insignificante vita.
Lasciate marcire la vostra cultura, deridete pure i vostri antenati. Non c'è modo di convincervi, non importa...
Voi non siete l'Italia. Noi siamo l'Italia. (salvatore brosal, hervé schirrhein, georges rocher)
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