Quando
l'imbecillità nordica arriva nel Mediterraneo ! ! !
Gerald
Bruneau, fotografo dilettante e senza educazione - Vilipendio alla
più grande cultura del mondo: quella Mediterranea della Magna
Grecia.
l'idea di vilipendio è conclusa: i sacri Bronzi di Riace vestiti e fotografati da un fotografo dilettante e senza cultura di nome Gerald Bruneau |
Un
fotografo patetico, dilettante e senza cultura. Solo un
personaggio senza neuroni in testa poteva fare una cosa simile.
Fotografare i Bronzi di Riace con addosso dei veli trasparenti e
disgustosi. Secondo la Soprintendente, montare un caso sulle foto di
Bruneau è eccessivo: "Non parlerei di vilipendio, solo di
cattivo gusto. Questo è di cattivo gusto ma abbiamo già tanti altri
problemi, non ne farei una tragedia".
Più
duro il leader del movimento Diritti civili Franco Corbelli che
chiede: "Su questo gravissimo episodio la Procura della
Repubblica di Reggio apra subito una inchiesta e persegua, in modo
severo ed esemplare, l'artista francese, così come si è fatto negli
anni scorsi per altri casi simili, anche meno gravi". Corbelli,
esprimendo sdegno, definisce l'episodio "di inaudita gravità,
un danno di immagine (e non solo) purtroppo irrimediabile. Le due
Statue, con quegli scatti choc e vergognosi, sono state di fatto
oltraggiate e deturpate".
Il fotografo dilettante Gerald Bruneau commette vilipendio, verso la cultura più grande del mondo: quella della Magna Grecia |
Ecco i Bronzi di Riace nel loro reale splendore:
I Bronzi di Riace, di provenienza greca, magnogreca o siceliota, sono una coppia di statue in bronzo di circa 2 m di altezza. Sono state datate intorno al v secolo avanti Cristo, e pervenuti ai giorni nostri in eccezionale stato di conservazione. rinvenute nel 1972 nei pressi di Riace, in provincia di Reggio Calabria. Sono considerate tra i capolavori di scultura più importanti del ciclo ellenico, testimonianze dirette dei grandi scultori del mondo greco classico. Le statue si trovano oggi al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. I Bronzi di Riace sono diventati il simbolo della città e della Calabria stessa.
I Bronzi si trovano al Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria |
Quella dei Bronzi di Riace fu una scoperta sensazionale. Le due sculture furono infatti ritrovate nel mare Ionio, a 300 metri dalle coste di Riace in provincia di Reggio Calabria, nel 1972. Più precisamente nell'Agosto del 1972 il sub Mariottini immergendosi al largo di Riace scorge sul fondale un oggetto, che inizialmente non riesce ad identificare, si avvicina e scopre che dal fondo melmoso esce quella che lui identifica come una mano in bronzo. Mariottini segnalò il fatto alla Sovrintendenza e una squadra di subacquei professionisti vennero inviati sul posto, con l'aiuto di speciali apparecchiature e usando le dovute attenzioni i sub riportarono in superficie una statua di bronzo.
Proseguendo l'indagine della zona interessata venne poi rinvenuta una seconda statua in bronzo. L’eccezionalità del ritrovamento fu subito chiara, date le poche statue originali di quel periodo che ci sono giunte dalla Grecia. Furono trasportate a Firenze dove fu curato il restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure, uno dei più specializzati laboratori di restauro del mondo. Nel 1980 furono esposte in una mostra, che ebbe un successo enorme, e quindi trasportate nel Museo archeologico di Reggio Calabria dove sono tuttora esposte.
L’analisi stilistica e quella scientifica sui materiali e le tecniche di fusione hanno entrambe determinato la differenza sostanziale tra le due statue: sono da attribuirsi a due differenti artisti e a due epoche distinte. Quella raffigurata a sinistra viene normalmente chiamata "statua A", mentre quella a destra "statua B". L’attribuzione odierna, in base ai confronti stilistici oggi possibili, è di datare la "statua A" al 460 a.C., in periodo severo; mentre al periodo classico, e più precisamente al 430 circa a.C., viene datata la "statua B".
Proseguendo l'indagine della zona interessata venne poi rinvenuta una seconda statua in bronzo. L’eccezionalità del ritrovamento fu subito chiara, date le poche statue originali di quel periodo che ci sono giunte dalla Grecia. Furono trasportate a Firenze dove fu curato il restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure, uno dei più specializzati laboratori di restauro del mondo. Nel 1980 furono esposte in una mostra, che ebbe un successo enorme, e quindi trasportate nel Museo archeologico di Reggio Calabria dove sono tuttora esposte.
L’analisi stilistica e quella scientifica sui materiali e le tecniche di fusione hanno entrambe determinato la differenza sostanziale tra le due statue: sono da attribuirsi a due differenti artisti e a due epoche distinte. Quella raffigurata a sinistra viene normalmente chiamata "statua A", mentre quella a destra "statua B". L’attribuzione odierna, in base ai confronti stilistici oggi possibili, è di datare la "statua A" al 460 a.C., in periodo severo; mentre al periodo classico, e più precisamente al 430 circa a.C., viene datata la "statua B".
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