Il 16 Gennaio 2012 il "Movimento dei
Forconi", dando un salutare scossone alle menti assopite dei siciliani,
aveva lanciato l'allarme: la Sicilia sta affondando. Inascoltato o meglio,
volutamente ignorato. A strillare era solo un agglomerato di mafiosi e
straccioni con in mezzo tanti falliti che non dovevano essere considerati dalla
gran parte dei media. Quattro giorni di silenzio mediatico mentre in Sicilia
era di scena un terremoto. Ovvio, il popolo, tanto decantato come sovrano, non
ha mai avuto voce in capitolo nelle cose di questo mondo, ma il momento storico
che stiamo vivendo in queste ore non può più permettere a chi, dall'alto dei
loro colletti bianchi lordi ed ammuffiti, ha partecipato a distruggere l'economia
di una regione e di un paese intero e di fare oggi la parte del salvatore. Il
carissimo signor Lo Bello ha avuto all'interno della attuale giunta di governo
i suoi uomini della "legalità" appartenenti a Confindustria Sicilia.
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8 luglio 2012, i Forconi varcano lo Stretto e stazionano a Villa San Giovanni per una settimana | | |
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Non si devono permettere questi stessi uomini, attori
del disastro, di proporsi come curatori fallimentari dopo essere stati
beneficiari del sistema Lombardo oggi, come Cuffaro ieri. Bene farebbe Lo
Bello, uno dei grandi beneficiari di questo sistema, a dimettersi dal suo
importante ruolo che non gli consente oggi, come a Gennaio,dopo avere sminuito
e ridicolizzato quello che in molti avevano già percepito da tempo e che lui
stesso e la sua organizzazione hanno partecipato ad aggravare. Oggi non è in
gioco solo il destino di qualche piccolo uomo alla guida del Titanic, oggi è a
rischio il futuro di un popolo al quale si vuole scippare l'autonomia grazie
alla scelleratezza di un manipolo di lestofanti. Non potrebbe che derivarne un
secondo e più potente oltre che determinato sedici Gennaio. Nessuno ci provi!!
I Forconi comunque prendono atto degli accadimenti di questo momento storico e
si dichiarano in stato di agitazione e di vigilanza. Le prime pagine delle
maggiori testate giornalistiche parlano del fallimento della Sicilia e, lungi
dal difendere il Governatore, che farebbe bene a sciogliere ogni riserva e
lasciare ai siciliani al più presto la possibilità di scegliersi il loro
futuro, i "Forconi" chiedono al Primo Ministro di limitarsi a
stigmatizzare la situazione gravissima della Sicilia ma ad allontanare l'idea,
qualora questo fosse il tentativo, di commissariare la Sicilia nel tentativo di
derubarla della sua autonomia mai applicata da uomini che, nel sistema
criminale di quei partiti che oggi sostengono il governo centrale, hanno sempre
pensato bene di ingrassare a più non posso il codazzo delle P2 e delle P3
regionali e nazionali con tutti i comitati d'affari sempre a seguito. I
Siciliani pretendono la loro libertà di scegliere e nessuno ha il diritto in
questa costituzione di imporre governanti. Se la Sicilia è fallita non si può
addossare a quei tantissimi siciliani onesti e laboriosi il costo grave della
inefficienza e della disonestà quantomeno intellettuale dei troppi uomini del
sistema. Per quanto tempo ancora pagheremo il costo della galassia dei
sottogoverni o delle dirigenze milionarie, per quanto tempo sosterremo pensioni
e vitalizi indecenti? Per quanto tempo ancora mentre parliamo di fallimenti al
plurale, perchè è palese che la Sicilia è solo la prima ma non la sola, dovremo
sostenere i costi ed i benefici di questa casta di impuniti? Questi
"Forconi" come carri armati umani devono,ora o mai più, abbattere,
distruggere, queste mura di gomma nelle quali un popolo intero ha sbattuto per
decenni.
L'appello: chiunque voglia
guardare alle dietrologie o agli aspetti marginali facendone una trave, sappia
che il movimento è nato dal VUOTO DI DEMOCRAZIA denunciato da anni e da questo
vuoto si intende ripartire per scrivere quella pagina di storia di cui parlava
il volantino di Gennaio. Questa vecchia nomenclatura politica ed economica deve
sapere che la GUERRA è iniziata già da qualche tempo e continuerà fino
all'estinzione di questa reincarnazione dei dinosauri preistorici, e che
continuerà contro la casta che ha interpretato l'autonomia regionale intendendola
come la difesa dei privilegi della classe politica e del suo sterminato
indotto. Mariano Ferro, Giuseppe Scarlata e Franco Crupi e tutti i lottatori
del movimento non possono derogare in alcun modo da quello che è sempre stato
dichiarato e come sentinelle a guardia di una dignità perduta, non molleranno
davanti al tentativo maldestro e criminale del regime di annullare la libertà
di un intero popolo. Niente deleghe a nessuno, tantomeno a chi non risiede in
questa terra sfortunata ma fortunatamente meravigliosa e non ancora espugnata.
Non altro che questa può essere la rappresentazione di una realtà a quanti
hanno da ridire su questi guerrieri del terzo millennio ed a qualche
giornalista prezzolato che mentre eravamo a Villa San Giovanni ha avuto il
barbaro coraggio di chiamarci facinorosi ed imprecare l'intervento della
polizia per sgomberare, ignorando che oltre al consenso per quello che stavamo
facendo da parte di tantissimi anche troppi uomini delle forze dell'ordine ci
imploravano di non mollare. Siamo vicini al secondo 25 Aprile. Arriverà, e non
crediamo di essere lontani. Non ci sarà bisogno di milioni di uomini basteranno
molti meno.
Movimento dei Forconi -
Mariano Ferro
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