venerdì 29 settembre 2017

il tricolore non è simbolo di italianità ma è solo uno dei tanti vessilli della massoneria

il tricolore ci è stato imposto dalla massoneria ebraica nel 1861
Per quasi tutta la vita amai il tricolore. Lo consideravo simbolo di italianità e lo vedevo come emblema che custodiva il mio passato. Un giorno poi la verità bussò alla mia porta e scoprii quella tremenda realtà che soltanto con fatica riuscii ad accettare. La bandiera “italiana” tricolore altro non è che un vessillo della Massoneria !!! Quando me lo dissero, stentavo a crederci. Quella bandiera “italiana”, quel famosissimo tricolore che avevo amato per quasi tutta la vita e che in parecchie occasioni mi aveva fatto commuovere, e al cui cospetto tante generazioni avevano giurato fedeltà alla Patria e sotto la quale milioni di italiani hanno combattuto fino all’estremo sacrificio, credendo in una Nazione, altro non è che uno dei tanti e tanti vessilli della setta massonica! Come tanti altri italiani, neppure io mi resi conto che cosa davvero rappresentasse questo tricolore. Molti italiani, forti e valorosi, non si resero mai conto che il loro sacrificio non fu finalizzato al bene della loro vera Patria e del loro vero Popolo, ma per la classe dominante massonica, ebraica, rothschildiana, che è un popolo occulto mondiale che tratta tutti gli altri popoli del mondo, compreso il popolo italiano, come veri e propri nemici e li considera meno che bestie da soma e da macello. Il tricolore massonico in realtà non ha nulla della vera italianità, ma è la negazione assoluta della nostra Storia e della nostra Cultura cristiana e cattolica plurimillenaria. In realtà, la suddetta bandiera tricolore, con la variante del verde al posto del blu, non fu altro che un’imitazione pedissequa della bandiera tricolore della rivoluzione massonica ebraica francese del 1789, che a sua volta si ispirava a gli stessi tre colori della bandiera della rivoluzione massonica ebraica americana del 1777, e che durante l’invasione e la conquista massonica ebraica dell‘Italia nel 1799 fu imposta da Napoleone Bonaparte ad alcuni dei suoi vari protettorati e staterelli massonici, ebraici suoi subalterni da lui creati in Italia in funzione anticristiana e specialmente anticattolica. Andiamo avanti con quella storia che portò all'ipocrita, falsa e massonica unità d'Italia.

LO STERMINIO DEL POPOLO DUOSICILIANO 
11 maggio 1860: iniziò lo sterminio del Popolo Duosiciliano. Mille avanzi di galera, innalzando il tricolore massonico ed anticristiano, sbarcarono a Marsala. Non erano mille, erano 702. Violenti malfamati, protetti militarmente dalla flotta dello Stato Massonico ebraico inglese e finanziati dalla massoneria ebraica mondiale, che ancora oggi finanzia terroristi, tagliatori di teste e cannibali dell'Isis, di Al Qaeda, di Boko Haram, ed altri simili! Quegli avventurieri di allora avevano a capo un Criminale di nome Giuseppe Garibaldi, ladro di cavalli, a cui avevano mozzato le orecchie in Argentina perché catturato in flagranza di reato. Un'orda barbarica, dunque, scese dal Piemonte. "Parlavano una strana lingua, rozza e volgare, e bestemmiavano in continuazione! Donne stuprate, uomini e bambini uccisi e trucidati! Interi paesi bruciati e rasi al suolo! Ogni ricchezza venne saccheggiata..." i crimini commessi da detta legione straniera dei massonici ebraici rothschildiani avventurieri provenienti dal Piemonte, dalla Lombardia, ma anche da Inghilterra, Francia, Ungheria, Polonia, Stati Uniti, Canada e perfino Turchia, contro il popolo cristiano e cattolico meridionale, sono INENARRABILI: e furono talmente EFFERATI che ancora oggi vengono taciuti. Più di un milione di cittadini dell'ex Regno delle due Sicilie furono massacrati, torturati e le donne violentate e poi spesso fatte a pezzi a colpi di baionetta. Ad esempio, il 14 agosto 1861 ci fu il massacro di Pontelandolfo e Casalduni. Gli abitanti di questi due comuni furono bruciati vivi. La strage fu ordinata dal generale dell'esercito “regio", Enrico Cialdini, un criminale che innalzava il tricolore. 
la brigata Catanzaro, la più valorosa e la più decorata da sempre
L'EROICA BRIGATA CATANZARO: GLI EROI FUCILATI - E poi, durante la Prima Guerra Mondiale, gli eroici giovani della Brigata Catanzaro mostrarono tutto il loro valore, ed il loro amore verso la loro Patria, conquistando, a costo del proprio sangue e della propria vita di moltissimi di loro, poderose fortezze, giudicate assolutamente inespugnabili perché munitissime di ogni tipo di armamenti, ed arroccate a grandi altezze sulla cima delle montagne delle Alpi e difese in ogni modo da forze nemiche preponderanti. Questi generosissimi ragazzi con il loro innumerevole immenso e supremo sacrificio fecero della Brigata Catanzaro il reparto più valoroso, con più caduti e con più decorazioni di guerra di tutta la storia delle forze armate italiane! Ma pur avendo essi compiuto tali e tanti innumerevoli ed incredibili atti eroici di incomparabile valore più di ogni altro reparto di tutta Italia, detti giovani notavano con sorpresa e stupore che tutto questo non bastava mai ai loro superiori, che continuavano a spingerli assurdamente e letteralmente al massacro ed al vero e proprio bestiale macello in imprese sempre più sconclusionate, pazzesche ed impossibili! Fu proprio per questo che questi giovani si resero finalmente conto che il vero obiettivo dei loro superiori dello Stato maggiore militare, ma anche del loro stesso Governo e del loro stesso Stato supremo, in cui essi fino ad allora avevano creduto e nutrivano la massima fiducia, di fatto non era soltanto o soprattutto quello di avanzare e di conquistare importanti e decisive postazioni nemiche, quanto proprio quello di realizzare il proposito nascosto, ipocrita ed inconfessabile della criminale classe dominante di questo Stato massonico del tricolore: quello di fare sterminare la migliore gioventù dell’Italia del Sud. Questo Stato massonico, sleale e criminale vedeva in quei giovani eroi del Sud quello spirito battagliero e quel coraggio indomabile della parte migliore di tutto il Popolo Italiano. Un coraggio che poteva essere estremamente pericoloso, perché in caso di ribellione avrebbe potuto abbattere facilmente l'egemonia di detta criminale classe dominante massonica, ebraica e rothschilidana, truffaldina, vile, sleale, traditrice ed assassina.... Fu così che questa eroica brigata che si ribellò, giustamente, contro l’essere criminalmente costretta dai carabinieri con i fucili spianati alle spalle pronti a sparare loro addosso se indietreggiava, e mandata ad andare letteralmente al macello per otto, nove o dieci volte di seguito, all’assalto alla baionetta contro postazioni imprendibili perché difese da campi minati, da una selva di filo spinato e da migliaia e migliaia di mitragliatrici. La classe dirigente massonica , non ammise affatto l’assurdità delle sue pretese suicide nei i confronti dei valorosissimi, ma non certo stupidi, ma ingenui e fiduciosi soldati calabresi, ma facendo finta di voler trattare e parlamentare sulla questione, li fece disarmare ed arrestare a sorpresa ed a tradimento dagli stessi carabinieri che stavano tra loro; e poi trattandoli da vili, codardi e traditori li condannò immediatamente all’infamia della decimazione con fucilazione alla schiena attuata a forza da plotoni di esecuzione degli stessi commilitoni calabresi, che erano costretti ad eseguire gli ordini, a pena di essere essi stessi fucilati alla schiena da plotoni di carabinieri sistemati schierati con le armi spianate e puntate alle loro spalle e pronti a sparare su di essi se non avessero eseguito in tutto e per tutto gli ordini di uccidere i loro compagni d’armi. Pertanto durante la prima guerra mondiale l'eroica brigata Catanzaro, la più valorosa e la più decorata di tutto l'esercito “italiano”, che si fidò fino all’ultimo della classe dominante massonica ebraica risorgimentale fu da essa mandata al macello, assassinata, decimata, umiliata ed offesa in tutti i modi peggiori, più perfidi e più infami ed infine sciolta completamente proprio perché commise l’errore gravissimo di fidarsi di questa ipocrita ed assassina classe dominante invece di ribellarsi fino in fondo e tentare di abbatterla, preferendo piuttosto morire combattendo con le armi in pugno per la propria libertà e la libertà del proprio popolo, piuttosto che fidarsi di tali traditori e farsi massacrare da essi come stupide bestie da macello! 


IL TRENO DELLA VERGOGNA - "TORNATEVENE A CASA VOSTRA" - 18 FEBBRAIO 1947 -
“Tornatevene a casa vostra”, gridavano i comunisti di Togliatti a Bologna, quando giunse da Ancona il treno pieno di profughi italiani provenienti dall'Istria.Vogliamo ricordare le vergogne di questo Stato massonico che l'8 settembre del 1943, con la firma del criminale di nome Pietro Badoglio, cedette la nostra sovranità all'imperialismo anglo-statunitense. Sovranità perduta e confermata da un altro traditore di nome Alcide De Gasperi che con la sua firma sul trattato di pace del 10 febbraio del 1947 ridusse l'Italia ancora di più a brandelli. Dopo il benessere del ventennio mussoliniano, in cui l'Italia era stata una grande potenza mondiale, iniziavano di nuovo per gli Italiani fame e disperazione. La menzogna sempre amplificata e la verità sempre nascosta. Pochissimi italiani dopo più di 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale conoscono la vicenda del treno della vergogna.
Dopo la pulizia etnica operata dai comunisti titini sugli italiani d’Istria e Friuli Venezia Giulia (più di ventimila persone uccise ed infoibate), all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale il regime di Belgrado attuò la seconda fase della pulizia etnica nei territori dell’Istria: è quello che viene chiamato “Esodo istriano”, 300.000 persone cacciate dalle loro case e dalle loro terre.
Molti di questi italiani erano in Istria da secoli, dal momento che fin dal XIV secolo faceva parte dei domini della Serenissima Repubblica di Venezia. Il 10 febbraio 1947 venne firmato il trattato di Parigi che prevedeva la definitiva assegnazione di gran parte dell’Istria alla Jugoslavia e per chi volesse mantenere la cittadinanza italiana l’abbandono della propria terra. Il popolo dalmata-istriano di cultura e di lingua italiana non esiste più, grazie a questo stato massonico che ci opprime, schiavizza e cannibalizza dal 1861.
La domenica del 16 febbraio 1947 da Pola partirono per mare diversi convogli di esuli italiani con i loro ultimi beni e, solitamente, un tricolore. I convogli erano diretti ad Ancona dove gli esuli vennero accolti dall’esercito a proteggerli da connazionali, militanti di sinistra, che non mostrarono alcun gesto di solidarietà. Il PCI diffondeva la notizia che gli esuli erano in realtà fascisti e collaborazionisti espulsi dal “paradiso dei lavoratori socialisti”. Era una menzogna e chi la diffondeva ne era cosciente, ma negli anni della Guerra Fredda prevaleva la solidarietà di partito.
Il giornalista de l’Unità Tommaso Giglio, poi direttore de L’Espresso, scrisse un articolo il cui titolo recitava “Chissà dove finirà il treno dei fascisti?”
La sera successiva partirono stipati in un treno merci, sistemati tra la paglia all’interno dei vagoni, alla volta di Bologna dove la Pontificia Opera di Assistenza e la Croce Rossa Italiana avevano preparato dei pasti caldi, soprattutto per bambini e anziani. Il treno giunse alla stazione di Bologna solo a mezzogiorno del giorno seguente, martedì 18 febbraio 1947. Qui, dai microfoni di certi ferrovieri sindacalisti fu diramato l’avviso Se i profughi si fermano, lo sciopero bloccherà la stazione. Il treno venne preso a sassate da dei giovani che sventolavano la bandiera con falce e martello, altri lanciarono pomodori e altro sui loro connazionali, mentre terzi buttarono addirittura il latte destinato ai bambini in grave stato di disidratazione sulle rotaie.
Bologna, 18 febbraio 1947: il treno della vergogna. Insultati e sbeffeggiati gli Italiani provenienti dall'Istria dai comunisti di Togliatti

Video:
 IL TRENO DELLA VERGOGNA: TORNATEVENE A CASA VOSTRA, 18 FEBBRAIO 1947



I CARRI ARMATI A REGGIO CALABRIA
Ma, anche dopo tutto questo, lo scempio continuò ed il tricolore seminò ancora terrore e morte. Nonostante la gente si fosse ribellata in tanti posti e in tante città come alla Fiat di Torino o come nell'Alto Adige, in cui la gente faceva saltare i tralicci dell'alta tensione, in nessuna parte furono mandati i carri armati per reprimere le rivolte. Invece, io che non avevo mai visto un carro armato nella realtà, lo vidi per la prima volta proprio a Reggio, capoluogo della mia regione Calabria. Infatti, lo Stato massonico, spacciato per italiano, aveva mandato i suoi carri armati a Reggio per reprimere e schiacciare la rivolta dei reggini, esattamente così come aveva fatto l'URSS nel 1956 che mandò i carri armati a Budapest e nel 1968 a Praga. 
1970: per sedare la rivolta dei Reggini lo "stato massonico" manda i carri armati a Reggio Calabria
Correva l'anno 1970. Con l'istituzione dell'ente Regione Calabria nel 1970 era iniziato un dibattito sulla collocazione del capoluogo. Fino ad allora la città di Reggio (città tra le più antiche ed importanti di tutta la Magna Grecia) era indicata e riconosciuta come capoluogo della Calabria.  

CAMPO DI STERMINIO DI FENESTRELLE
Oggi il tricolore massonico rothschildiano sventola con tracotante disprezzo proprio nel campo di sterminio di Fenestrelle, luogo tremendo in cui i soldati dell'ex Regno delle due Sicilie furono torturati e massacrati e poi i loro corpi sciolti nella calce viva, e ridotti a liquame fatto poi defluire e disperdere nel fiume Chisone, affinché non restasse prova alcuna di questi orrendi crimini. A Torino, inoltre, fu riaperto dopo ben 71 anni dalla sua chiusura il mausoleo intitolato all'ebreo razzista e criminale Ezechia Lombroso, che spacciandosi per italiano cambiò il suo nome in “Cesare”. 
il glorioso stendardo del "Regno delle due Sicilie" è la massima espressione di italianità
anche la bandiera di San Marco, come il vessillo Duosiciliano, è simbolo di italianità
Purtroppo pochi conoscono la storia e pochissimi sanno che il tricolore ha gli stessi identici colori della Massoneria; e che l’accostamento rosso-bianco-verde, tutt’altro che casuale, fu concepito con significati ben precisi. Dal 1861 i vincitori giudaico-massonici che crearono questo Stato, che vogliono spacciare per italiano, ci hanno imposto questa bandiera del tricolore che è uno dei tanti loro vessilli. La nostra esistenza, invece, ha radici ben più profonde e la nascita della nostra Italianità risale a più di tremila anni. La bandiera del "Regno delle due Sicilie", la bandiera di San Marco della "Serenissima Repubblica di Venezia" e tutte le altre bandiere degli altri Stati italiani prima del 1861 sono invece il massimo simbolo della nostra ITALIANITA' e della nostra Storia millenaria. Là troviamo il vero specchio del nostro glorioso passato. (Salvatore Brosal con la preziosa collaborazione del Prof. Duccio Mallamaci)

lunedì 25 settembre 2017

la mistificazione del generale Antonio Pappalardo "sgamata" dall'avvocato Luigi Marra

L'avvocato Alfonso Luigi Marra
Avv. Alfonso Luigi Marra: grave illegittimità della mistificazione quale strumento di raccolta del consenso. Se uno sfrutta il titolo di generale dei carabinieri per affermare, in forme pittoresche e veementi, cose false, come quella che esisterebbe una sentenza della Corte Costituzionale che consentirebbe di cacciare i parlamentari, è ovvio che la gente, disperata, accorra.Il problema è che è falso, perché la Corte, pur nel censurare la legittimità di quelle elezioni, ha fatto mille distinguo che non consentono di fare proprio un bel niente, sennò noi e le opposizioni non stavamo aspettando Pappalardo. Un individuo, costui, che usa sistematicamente questo trucco, come quando si è inventato gli ‘arresti popolari’ dei deputati in base all’art. 338 del cpp. Un’invenzione con la quale ha ingannato mezza Italia, causando poi che, vari forconi, molti dei quali mi hanno conferito l’incarico di difenderli, siano finiti sotto processo.
Il chiassoso generale in pensione Antonio Pappalardo

 Denunciati dall’autorità tra i quali, non so perché, non c’è Pappalardo, che ha redatto e presentato la denuncia, e c’è invece Danilo Calvani che non l’ha mai firmata né presentata.
Una mistificazione anche quella dell’arresto popolare perché esso è legittimo solo quando – in assenza dell’autorità – al cittadino capiti di assistere a fatti che, a colpo d’occhio, costituiscano reati (uno stupro, un assassinio, un furto), ma non certo quando l’autorità è presente e non concorda minimamente che vada arrestato alcun deputato.
D’altra parte, se si possono arrestare i deputati o li si possono cacciare, perché non lo fa lui, questo signore, anziché mettere nei guai la gente in buona fede che ci casca?
8.9.2017, Alfonso Luigi Marra