martedì 31 marzo 2015

Campo di sterminio di Fenestrelle e il massacro del popolo duosiciliano

Non esiste in Europa un campo di sterminio più grande di Fenestrelle. I crimini commessi dalla soldataglia sabauda, dal 1860 fino al 1870, verso il popolo duosiciliano (Italiani del Sud) sono inenarrabili. Furono talmente efferati che ancora oggi vengono taciuti. Fenestrelle è simbolo di morte e di vergogna. A Fenestrelle c'era anche una chiesa, adesso sconsacrata.   Proprio dietro la chiesa è visibile ancora il profondo piombatoio della morte. A lato di questo piano esiste ancora un piccolo cortile, il «cortile dell'aria», delimitato da alte mura e munito di panchine in pietra, dove venivano condotti i prigionieri durante «l'ora d'aria». Esternamente una condotta in muratura, lunga 25 m e addossata al muraglione di sostegno della Chiesa, conduce alla «morgue»: camera sotterranea, completamente oscura, in cui tramite un profondo piombatoio, ancora esistente, venivano gettati i corpi dei soldati prigionieri per essere sciolti nella calce viva e disperdersi poi per sempre nelle fredde acque del torrente Chisone, affinché non restasse la minima traccia dei crimini commessi. 

Campo di sterminio di Fenestrelle in provincia di Torino


E' giunta l'ora di far conoscere tutte le atrocità, i patimenti, i maltrattamenti che i valorosi soldati del Regno delle due Sicilie, patirono in questo luogo di sterminio e di morte. 

L'imponenza del complesso e la lunghezza delle mura risultarono sempre talmente impressionanti da aver scoraggiato in partenza ogni tentativo di attacco da parte nemica. Dopo il 1860, questo luogo venne utilizzato per sterminare i soldati borbonici. 

Il Regno delle due Sicilie era il terzo Stato più ricco al mondo. L'Unità d'Italia ha distrutto l'Italianità ed il buon rapporto fra gli stessi Italiani. Prima dell'Unità da noi ci si cibava di Bellezza fra arte e cultura in quei palazzi, che erano i più belli d'Europa. Francesco II di Borbone profetizzò che non ci sarebbero rimasti neanche gli occhi per piangere. Infatti è e sarà così con questa maledetta falsa Unità, da ora e per le generazioni a venire.


la chiesa sconsacrata nel campo di sterminio di Fenestrelle
Il Regno delle due Sicilie ed il Veneto distrutti nel 1861, insieme alla Sardegna, La Dalmazia e l'Istria distrutte alla fine del secondo conflitto mondiale. L'italianissima Corsica data in pasto alla ferocia degli aguzzini francesi. Briga e Tenda e la Contea di Nizza cedute alla stessa Francia. Il tricolore massonico ebraico rothschildiano ha seminato solo morte e fatto versare tanto sangue innocente.
Un'orda barbarica scese dal Piemonte !
"Parlavano una strana lingua e bestemmiavano in continuazione...
donne stuprate, uomini e bambini uccisi e trucidati. Interi paesi bruciati e rasi al suolo. Ogni ricchezza venne saccheggiata..." 

in questo piombatoio, posto dietro la chiesa, venivano gettati i corpi dei soldati borbonici per essere sciolti nella calce viva e disperdersi poi per sempre nelle fredde acque del torrente Chisone, affinché non restasse nessuna traccia dei crimini commessi.

sabato 21 marzo 2015

Con l'unità d'Italia iniziano i misteri e le ruberie - la sparizione di Ippolito Nievo e del piroscafo Ercole

Ippolito Nievo (Padova, 30 novembre 1831 – mar Tirreno, 4 marzo 1861?), un Patriota per il Regno Massonico d'Italia, un Criminale per il Regno delle due Sicilie.
Il "Risorgimento d'Italia" è una enorme farsa. L'Italia era una terra, che anche se non unita politicamente, comunque piena di grandissime ricchezze, di grandi capacità economiche produttive, di genialità nell'arte, nella cultura, nelle scienze, etc..
Parlare di "Risorgimento italiano" è quindi non solo sbagliato, ma anche maliziosamente strumentale in moltissimi sensi. L'Italia come territorio geografico ovviamente, non doveva affatto risorgere perché a memoria di storici non era mai caduta, tramontata, sprofondata, etc.
Ma anche politicamente il concetto, avrebbe potuto avere senso solo se ci si fosse rifatti all'unità politica d'Italia imposta dai Romani, l'unica unità politica del passato nella plurimillenaria storia d'Italia. In effetti una componente ideologica e politica del movimento risorgimentale che si rifaceva alla unità d'Italia realizzata dai Romani della antica Repubblica Romana o dai Romani dell'Impero Romano, vi fu, e fu anche fortissima, tanto è vero che proprio a questo filone ideologico si rifà lo stesso inno di Mameli quando afferma in modo distorto e discutibilissimo dell'Italia... "che schiava di Roma Iddio la creò", e che poi culminò nel movimento ideologico politico del Fascismo di Mussolini che appunto si rifaceva proprio al quel filone risorgimentale che si riferiva alla "Unità Antica e Romana d'Italia" repubblicana e/o imperiale.
Anche se in teoria il movimento risorgimentale si fosse rifatto ideologicamente alla "Unità Romana d'Italia", repubblicana o imperiale, come in effetti poi fece il Fascismo di Mussolini che avrebbe avuto, ed ebbe, un senso giusto e fortissimo da essere destinato al fallimento della Seconda Guerra Mondiale. Per il "risorgimento" attuale, c'è qualcosa che proprio non quadra e puzza fortemente di truffa ed imposizione ideologica forzata, e perfino violenta, fortemente strumentale ed ostile allo stesso Popolo Italiano!
Tutti gli uomini che la Storia ci presenta come Patrioti ed Eroi appartengono alla mistificazione della verità.
Il concetto di "Risorgimento d'Italia" assume un suo vero ma ben sinistro significato, però solo se per "Italia" si intende non l'Italia, e per Italiani si intendono esclusivamente i Massoni d'Italia.

Ippolito Nievo,  un patriota per l'"Italia massonica"
unita. Un criminale per il Popolo Duosiciliano 
Per la precisione ecco una storia che dimostra chiaramente che l'unità d'Italia è nata da complotti, falsi eroismi, ed intrighi internazionali. Tutto ruota intorno all'enigma di una nave svanita improvvisamente nel nulla, proprio nei giorni in cui sta per nascere il Regno d'Italia. Questa è anche la Storia di un valente scrittore, Ippolito Nievo, che si era imbarcato volontario e faceva parte della spedizione dei Mille, comandata da quell'avanzo di galera di Giuseppe Garibaldi.
Questa brutta storia inizia lunedì 4 marzo 1861. Nel porto di Palermo sono ormeggiati 11 battelli, 4 a vapore e due di questi sono pronti a salpare. Alle 12,20 il piroscafo Ercole molla gli ormeggi con destinazione Napoli. L'arrivo è previsto per la mattina seguente. Con tre ore di distacco parte il Pompei e sulla stessa rotta anche due tartane sgangherate dai nomi altisonanti: L'Angelo Raffaele e la Madonna del largo e un vascello di guerra inglese. Del piroscafo Ercole si perdono subito le tracce.
Il giorno dopo nel porto di Napoli c'è solo il Pompei, dell'Ercole nessuna traccia. Arrivano anche altre navi sgangherate ma dell'Ercole non si saprà più nulla. L'Ercole era un vapore che faceva la spola fra Palermo e Napoli, ma la cosa strana è che neppure la stampa denuncia la scomparsa. Ippolito Nievo era il contabile di quegli avanzi di galera al seguito di Garibaldi, ed era anche il responsabile di tutto il denaro e dell'oro avuto dalla massoneria inglese per finanziare la spedizione dei Mille, (per corrompere i generali dell'esercito borbonico), e di tutto l'oro depredato dal Banco di Sicilia. Che fine abbia fatto l'oro e che fine abbia fatto Nievo, nessuno lo sa. Del piroscafo Ercole sparirono le tracce per sempre, come anche di Nievo.
Ecco un altro giallo tutto italiano. Un mistero di questa falsa ed ipocrita unità d'Italia. 
(salvatore brosal - duccio mallamaci)